Quando credi che le istituzioni europee abbiano finalmente toccato il fondo, ecco che arriva la Banca Centrale Europea (BCE) con una dimostrazione di cecità degna del miglior teatro dell’assurdo. L’Eurozona sprofonda nell’inflazione galoppante al 2,5% a gennaio, il quarto aumento consecutivo, e l’unica risposta sensata della BCE è, incredibilmente, di continuare a dibattere sulla possibilità di ulteriori riduzioni dei tassi.
BCE: istituzione che ignora la realtà
Mentre i prezzi esplodono ben oltre il fantomatico obiettivo del 2%, Pierre Wunsch, Governatore della Banca del Belgio e membro del consiglio direttivo della BCE, sembra improvvisamente svegliarsi dal sonno istituzionale, ammettendo con ritardo imbarazzante che forse sarebbe il caso di frenare questa marcia sonnambula verso ulteriori tagli dei tassi. Peccato che il disastro sia ormai in corso, e le sue dichiarazioni arrivino con la stessa utilità di un ombrello dopo un nubifragio.
L’ipocrisia del consiglio direttivo della BCE
Isabel Schnabel, altro membro illuminato della BCE, si allinea al coro dei prudenti dell’ultima ora, suggerendo timidamente una pausa nella riduzione dei tassi. Questi esperti sembrano incapaci di agire prima che il danno sia evidente a tutti, mostrando una reattività inferiore persino a quella di un bradipo sedato.
Prossima riunione BCE: pronti al prossimo errore?
Il prossimo incontro della BCE, fissato per il 6 marzo, sarà probabilmente l’ennesima occasione persa per correggere la rotta. Malgrado l’evidente disastro inflazionistico, i mercati continuano ad aspettarsi un ulteriore taglio del tasso sui depositi, scendendo dal 2,75% al 2,50%. Una decisione che, se confermata, certificherebbe la totale perdita di contatto con la realtà da parte di questa istituzione.
Eurozona: un mosaico di assurdità
Se pensiamo che il peggio sia rappresentato dall’inflazione generale, basta guardare al Belgio e alla Croazia, con livelli drammatici del 4,4% e del 5%. Evidentemente, per la BCE questi numeri rappresentano solo fastidiosi dettagli che interrompono il tranquillo fluire delle conferenze stampa.
Riduzione dei costi energetici: speranza o illusione?
La stabilizzazione dei prezzi nel medio termine è affidata interamente al calo dei costi energetici, come se aspettare passivamente la fine dei negoziati tra Stati Uniti e Russia sull’Ucraina fosse una strategia degna di questo nome. Sembra quasi che l’unica speranza della BCE sia affidarsi alla fortuna geopolitica, dimostrando ancora una volta la totale incapacità di anticipare o gestire crisi.
Cittadini e imprese: vittime di incompetenza cronica
Intanto, a pagare il prezzo di questa tragicommedia economica sono come sempre i cittadini e le imprese, costretti a subire l’erosione costante del potere d’acquisto. Chiunque lavori, investa o semplicemente provi a sopravvivere in questo contesto è costretto a navigare tra annunci rassicuranti e una realtà economica che li travolge giorno dopo giorno.
Soluzioni? Meglio non illudersi
Certo, basterebbe una minima dose di pragmatismo e coraggio politico per invertire la tendenza, magari alzando finalmente i tassi e affrontando di petto il problema. Ma sappiamo bene che aspettarsi una tale dimostrazione di lucidità da parte della BCE sarebbe come attendersi una nevicata nel deserto del Sahara. Forse, prima o poi, qualcuno se ne accorgerà. Nel frattempo, prepariamoci a contare i danni.
Titoli alternativi (dal più serioso al più velenoso)
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