Il vescovo emerito Camisasca: rinnovare senza scompiglio, ma la Curia romana si prenda le sue responsabilità.

Il vescovo emerito Camisasca: rinnovare senza scompiglio, ma la Curia romana si prenda le sue responsabilità.

La Chiesa, in un atto di preghiera e attesa, si prepara ad accogliere il suo nuovo pastore. E che sorpresa! Lo Spirito di Dio, si sa, ha il talento unico di spingerci nel posto giusto, dove Gesù, evidentemente, sta conducendo una vita da superstar con i suoi discepoli.

Cosa si aspetta la Chiesa, dunque? Sì, ho il coraggio di provare a rispondere, anche se la mia piccolezza mi limita. Prima di tutto, la Chiesa attende il successore di Pietro, l’illuminato che dovrà rivivere la fede del grande principe degli Apostoli. Ma certo, ricorderete certo le parole: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,16). Ah, i bei tempi in cui ciò significava qualcosa!

Ed ecco che spunta il compito principale del Papa: ripetere instancabilmente che è figlio del Dio vivente. Con la voce, e si spera anche con il cuore, pronuncia le parole di Pietro, certo che Cristo sia risorto e viva in un tempo, presumibilmente, diverso. Ripete frasi del passato, per gli uomini di oggi, in un continuo rinnovamento creativo… o giù di lì. Rivoluzione? Oh no! Quella è parola bandita dal vocabolario ecclesiastico, non sarebbe mai possibile intraprendere qualcosa di veramente nuovo, data la solidità del fondamento posto secoli fa.

Rinnovamento o riforma, ecco le parole che ci piacciono! Esse si riferiscono a una fedeltà alla fede, e chi potrebbe dire il contrario? Certo, non l’ottocentesco concetto di rivoluzione, che solleticherebbe domande scomode…

In effetti, a Cristo non interessa che il Papa sia un leader mondiale. Oh no, quel compito, semmai, può diventare un esito secondario in un mondo carente di autorità. È pur vero che la leadership politica non deve mai oscurare il ruolo pastorale, come se la Chiesa avesse mai considerato la politica come un obiettivo primario!

Il mandato principale del successore di Pietro è evidentemente quello di confermare i fratelli nella fede. E lasciate che lo ripeta: il Papa non è solo in questo arduo compito. È a capo di un collegio di vescovi e pastori, tutti ben carichi della stessa missione. Ma il Papa ha anche un grande sostegno: la curia romana, un’istituzione che, per quanto riguarda il suo coinvolgimento, preferisce restare “affettivamente” partecipe…

Eh sì, perché la Curia ha bisogno di sentirsi parte del gioco, ma non è mai chiaro fino a che punto le sue responsabilità si estendano. Certo, avrà un posto di rilievo, ma solo se elastico, alla fine, nelle sue decisioni che, in fondo, sono sempre pronte a muoversi quanto basta per mantenere intatta la tradizione. Ah, le contraddizioni della fede!

Parlare della Chiesa e delle sue meraviglie è sempre un passatempo affascinante. La vita della comunità cristiana è senza dubbio alimentata da Dio, dai sacramenti e dalla carità del popolo. Dunque, mettiamo subito in chiaro che misericordia e diritto non sono nemici giurati; il diritto, come per magia, diventa la difesa della misericordia. Un gioco di prestigio che solo chi è immerso nell’arte della diplomazia ecclesiastica può comprendere.

Ah, l’eredità di Papa Francesco! Un’eredità preziosa come una banconota di dieci euro trovata sotto un divano. L’intrinseca vocazione missionaria della Chiesa è un mantra che, a quanto pare, non si stanca mai di ripetere. Andare incontro alle persone, specialmente a quelle più povere e abbandonate, sì, questo è il target. Ma chissà, magari c’è un “apprezzato sconto” per i numeri, considerando quanto si è sempre puntato a riempire le chiese. Insomma, la Chiesa in uscita verso gli scartati è, in effetti, un programma di marketing che avrebbe potuto rendere orgogliosa anche la migliore agenzia pubblicitaria.

Non dimentichiamo le perle di saggezza come quelle racchiuse nella Laudato si’. L’ecologia integrale è un bel concetto, peccato che non sempre si traduca in pratiche concrete. Ebbene, la gioia nell’evangelizzazione, raccomandata nel Evangelii gaudium, potrebbe essere il sorriso che allieta anche le giornate più grigie della Chiesa, sempre pronta a brillare come una stella nel buio.

Fede e carità, due controparti inseparabili che si abbracciano con dolcezza mentre si esibiscono nel circo della vita. Sì, perché non c’è niente di meglio che trovare conforto in un rapporto tossico tra la fede e il buon cuore. E ora, con il nuovo Papa che viene, le aspettative si alzano. <> si agitano come un elefante in una cristalleria. Papa Francesco ha aperto processi, ebbene sì, ma chi può dire se saranno proficui o solo un altro gioco di prestigio?

Non dimentichiamolo mai! La fede di una persona può spostare montagne, sciogliere ghiacciai e fare piangere i cuori più duri. E, come dice il proverbio, anche un piccolo seme può trasformarsi in un albero che cambia il corso della storia, sempre che non venga piantato nel letame delle contraddizioni ecclesiali. Ma, in fondo, chi si lamenta quando si ha una fede in grado di spostare anche i più indifferenti?

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