Quando pensi di averle viste tutte, ecco che arriva Donald Trump Junior a regalarci un’altra perla della sua infinita arroganza. Perché accontentarsi di sparare alla fauna nei ranch privati quando puoi venire in Italia e farlo in un luogo protetto? E così, il rampollo della dinastia del cattivo gusto ha pensato bene di organizzare una battuta di caccia in laguna, attirando su di sé l’attenzione delle autorità.
Caccia o massacro? Trump Junior e gli uccelli protetti
Secondo la denuncia presentata dal consigliere regionale Andrea Zanoni, il giovane Trump avrebbe abbattuto uccelli protetti, infrangendo non solo le leggi amministrative, ma anche quelle penali. Tradotto: un comportamento da vero fuorilegge, roba da chi si crede intoccabile.
Ma che importa? Tanto lui non paga mai il conto. Per uno che ha il cognome Trump, le regole sembrano sempre più opzionali che obbligatorie. E poco importa se la laguna di Venezia è una delle aree più delicate e tutelate d’Italia. Per lui, un fucile e qualche bersaglio piumato contano più di qualsiasi principio di conservazione della fauna.
Il copione già visto: potere, denaro e impunità
Chi si stupisce? Stiamo parlando di una famiglia che ha fatto dell’arroganza e del disprezzo per le regole il proprio marchio di fabbrica. Il signorino Trump Junior, già noto per le sue scorribande venatorie in Africa, dove si è fatto ritrarre con animali uccisi come trofei, ora ha deciso di esportare la sua passione per la distruzione anche in Italia. Una nuova impresa da aggiungere al suo curriculum, giusto per ribadire che, se hai il nome giusto, puoi tutto.
La denuncia basterà? Ridiamo per non piangere
Ora la palla passa ai Carabinieri forestali di Mestre, che dovranno stabilire se e come punire l’illustre predatore. Ma siamo sinceri: quante volte abbiamo visto episodi simili finire in un nulla di fatto? Qualche sanzione ridicola, qualche dichiarazione indignata, e poi via, si riparte come se niente fosse. Perché la giustizia è inflessibile solo con chi non ha cognomi altisonanti o conti bancari smisurati.
Possibili soluzioni? Il sarcasmo è l’unico rimedio
Facciamo un esperimento: proviamo a mandare un qualsiasi cittadino comune a sparare a specie protette nella laguna di Venezia. Risultato? Multe astronomiche, processo, forse persino qualche giorno di carcere. Ma se a farlo è un erede del potere? Al massimo, una scrollata di spalle e un arrivederci alla prossima bravata.
E allora, per evitare che questi signori continuino a trattare l’Italia come il loro parco giochi privato, una soluzione ci sarebbe: vietare l’ingresso a chiunque abbia una fedina penale macchiata da reati contro l’ambiente. Ah, giusto, dimenticavo: per i potenti queste regole non esistono.