Che il Fabio Rolfi ricopra contemporaneamente la carica di vicepresidente con delega ai trasporti in Provincia e quella di vicepresidente vicario del Consiglio di amministrazione in Ferrovie Nord Milano Autoservizi (fonte primaria di trasporto pubblico per il Bresciano) suscita qualche domanda, ma per fortuna qualcuno si affretta a rassicurarci: niente conflitti d’interesse, niente incompatibilità, tutto nella norma. Il sottosegretario ai rapporti con il Consiglio regionale, Mauro Piazza, risponde tranquillizzando tutti con l’immancabile richiamo normativo all’interrogazione del Partito democratico, che osava suggerire dubbi proprio su questa duplice carica di Rolfi.
La pietra miliare di questa impeccabile difesa risiede nell’articolo 7 dello Statuto dell’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale di Brescia. Qui scopriamo che l’assemblea, l’unico organo frequentato dal vicepresidente della Provincia, svolge solo “compiti di indirizzo e controllo politico-amministrativo” e che ogni cosa remotamente gestionale deve essere lasciata al Direttore generale o al Consiglio di amministrazione. Tradotto: Rolfi può dormire sonni tranquilli perché non gestisce nulla, si limita a indicare la direzione, come un moderno cartografo dell’apparato pubblico.
Ebbene sì, secondo Piazza la legge del 7 aprile 2014, articolo 1 comma 4, è la bibbia che contiene la verità rivelata: gli unici organi della Provincia sono il Presidente, il Consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci, mentre il vice di cui stiamo parlando è un semplice intruso senza potere formale di rappresentanza. Insomma, Rolfi consigliere in Broletto non violerebbe nessuna regola, perché — udite udite — “il vicepresidente della provincia non è un organo e non ha quindi in sé il potere di esprimere formalmente la volontà dell’Amministrazione provinciale”.
Per dare un tocco di spettacolarità all’interpretazione, Piazza ricorda che “la legge prevede, all’art.1 comma 55, che sia esclusivamente il Presidente della provincia a rappresentare l’ente”. Così, per fugare ogni dubbio e confermare che tutto va alla grande in Broletto, il Pirellone annuncia che queste beate restrizioni normative sono ben presenti anche tra i presidenti locali. Da quanto si capisce, anche Emanuele Moraschini — presidente della provincia di Brescia, per chi avesse perso la puntata — deve averci litigato abbastanza su questa faccenda.
E per non lasciare nulla al caso, arriva in soccorso il glorioso articolo 2391 del Codice civile, quella meraviglia giuridica che si applica a società come Fnma, che dovrebbe custodire rimedi contro quei consigli di amministrazione illuminati che si trovano a fronteggiare “interessi propri in conflitto” proprio nelle questioni che stanno deliberando. Fantastico, no?
Non paghi, i nostri amici del Pirellone hanno voluto dare il proprio sigillo di approvazione alla nomina di Rolfi nel CdA di Fnma. Che dire: “Al vicepresidente della Provincia e ai suoi splendidi poteri conferiti, nessun conflitto d’interessi con il ruolo di vicepresidente del Consiglio di amministrazione di Fnma Spa” – e chi siamo noi per dubitare di cotanta saggezza?


