Vai al contenuto
Spreconi
  • Prima pagina
  • Sprechi
  • Lavoro
  • Invisibili
  • Burocrazia
Cerca
Spreconi
  • Prima pagina
  • Sprechi
  • Lavoro
  • Invisibili
  • Burocrazia

Il pastore dei migranti Jean-Marc Aveline: un pied-noir che si sente a casa solo tra i banchi universitari

3 Maggio 2025
Il pastore dei migranti Jean-Marc Aveline: un pied-noir che si sente a casa solo tra i banchi universitari

È incredibile come certe figure riescano a rappresentare perfettamente le contraddizioni della società. Prendiamo, ad esempio, Jean-Marc Aveline, l’arcivescovo di Marsiglia, un maestro nell’arte del dialogo interreligioso. Già, perché chi meglio di lui, con una biografia che sembra un romanzo tragico, potrebbe parlare di accoglienza e unità? Nonostante sia stato costretto a lasciare la sua Algeria natale nel tumulto del ’62, ha fatto di Marsiglia il suo palcoscenico per predicare la tolleranza.

Due anni fa, Aveline è riuscito nell’impresa titanica di far visitare Marsiglia da Papa Francesco. Ma attenzione, non bisogna dire “Francia”. No, no, Bergoglio stesso ha specificato che la sua tappa era Marsiglia, il cuore pulsante e dolente del Mediterraneo. Certamente, un messaggio subliminale e, per alcuni, persino ironico, considerando che l’acqua del Mare Nostrum è spesso contaminata da tragedie e da l’immigrazione forzata.

Nella sua immagine, Bergoglio ha visto un riflesso di Giovanni XXIII. Certo, non si capisce se si riferisse alla dolcezza del suo approccio o semplicemente al fatto che entrambi avevano un aspetto più che amichevole. Di sicuro, non è mai un brutto segno quando un papa trova qualcuno a cui paragonarsi, ma siamo sicuri che Aveline possa reggere il confronto?

Aveline non è solo l’arcivescovo, è anche un «pied-noir», un piccolo frammento di storia che deve lasciare la propria terra per inseguire una dignità che, evidentemente, in patria gli era negata. Nato a Sidi Bel Abbès nel 1958 e costretto a spostarsi con famiglia e bagagli verso Colomb-Béchar. Si tratta di una storia che si racconta in un treno, con la prima carrozza vuota per evitare le mine, quasi una favola tragica sulle ferrovie della speranza.

La sua famiglia, che viveva generosamente da quattro generazioni nella sua terra, si è vista poi costretta, nel 1962, a prendere un biglietto di sola andata per la Francia. Chiaramente, tutto è andato peggio da quel giorno, come se Aveline avesse un destino beffardo a rincorrerlo. Perché chi non si aspetterebbe di arrivare in una nuova nazione e di essere accolto con aperte braccia? Invece, la Francia ha dimostrato di essere ben poco accogliente, mostrando che certi pregiudizi sono più radicati delle loro tradizioni culinarie.

E così, a Marsiglia come a Parigi, la famiglia di Aveline è stata accolta con un sano disprezzo. Sì, perché nella vita di questo arcivescovo, tutto sembra un grande paradosso. Tra un lavoro in una baracca a Vaires-sur-Marne e la perdita di una sorellina a soli sette mesi, la sua vita è stata un continuo saliscendi di speranze infrante e amarezze. E pensare che questo è solo l’inizio della sua storia!

La storia di Jean-Marc Aveline è un romanzo drammatico, se solo fosse scritto meglio. Miracolosamente guarito da una malattia contagiosa nella sua infanzia, il padre riesce a ottenere un trasferimento a Marsiglia, giusto in riva al mare, perché ovviamente il mare cura tutto, sia i mali fisici che quelli esistenziali.

Già a 9 anni, Jean-Marc era convinto che la sua vocazione fosse quella di diventare prete. Una scelta così originale, no? Dopo aver completato il liceo, viene catapultato nel seminario di Avignone, fa il servizio militare (perché servirlo durante la guerra dei soldi non era sufficiente) e in seguito si iscrive all’Institut Catholique de Paris. Non contento di questo, frequenta anche Villejuif in Val-de-Marne, dove incontra il «prete tra i poveri», Christian Roussin, un esempio di virtù che accoglie migranti come se fosse il suo hobby preferito. Quale miglior modo per scoprire la propria vocazione che circondarsi di chi è più sfortunato di te?

Jean-Marc immaginava di poter smuovere le coscienze: “Posso dimostrare che è possibile una fraternità tra ebrei, cristiani e musulmani”. Certamente, come se fosse sufficiente propinare frasi d’effetto per cambiare il mondo mentre ci si gode del buon cibo nord africano. Prima che, ovviamente, un brutto vento pervertisse la dolce vita, spezzando amicizie e seminando odio, perché la storia è sempre piena di venali opportunisti.

Dopo essere stato ordinato diacono nel 1983 nella chiesa di Sainte-Colombe, un simbolo per le baraccopoli di immigrati, e sacerdote l’anno successivo nella cattedrale di Marsiglia (perché un po’ di glam ci sta sempre), Jean-Marc si dedica ai suoi studi di teologia e filosofia, cercando di non essere troppo «secchione» da allontanarsi dalla pastorale tra i miseri, che sembra essere il suo sogno segreto. Ma, ovviamente, il destino ha altre idee.

Marsiglia, una città vecchia e decadente, da sempre sotto il mirino di terroristi, nel 1990 viene reinventata dal sindaco Robert Vigouroux come il laboratorio del dialogo interreligioso. L’arcivescovo scopre che la Chiesa cattolica potrebbe avere un ruolo fondamentale, e così affida a Jean-Marc il compito di creare uno strumento di formazione interreligiosa. Ed ecco che nel 1992 nasce l’Istituto di Scienze e Teologia delle Religioni. Approfittando della sua eterna giovinezza, Jean-Marc diventa l’anima dell’istituto, beandosi nel suo PhD mentre si eleva a consultore del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Ma chi l’ha detto che si deve stare sul campo per essere utili?

Arriviamo al 2013, quando papa Francesco decide di nominare Jean-Marc vescovo. Ma il colpo di scena non finisce qui: il 5 luglio 2019, riceve la chiamata per diventare arcivescovo mentre è in una lavanderia a gettoni. “Che modo di ricevere una grande notizia,” si potrebbe dire! “Mi affidano questa città e questo popolo”, esclama, mentre probabilmente cercava di non macchiare il bucato appena fatto. Quattro anni dopo, riceve la berretta cardinale e Francesco gli sussurra: “E soprattutto, resta vicino alla gente”, come se il ribelle che era si fosse finalmente svegliato dal sonno accademico.

La figura del «secchione» che desiderava aiutare i migranti ma veniva sempre rispedito alle aule universitarie è ora un cardinale rispettato, un punto di riferimento per l’intero Mediteraneo. Davvero un bel viaggio: da cimitero di anime perdute a giardino di fratellanza. Chissà quanto ci vorrà per diventare il Santo Patrono dei «trasferimenti convenienti».

Immagina di ricevere ogni settimana, puntualmente, tutte le notizie di politica, come un pandoro a Natale. È proprio quello che il **Corriere della Sera** ha pensato di offrirti con la sua newsletter “Diario Politico”. Chi non desidererebbe iscriversi a una fonte di informazioni che, tra una dose di sarcasmo e l’altra, ti tiene aggiornato sull’andamento della politica italiana come se fossimo a teatro, con i politici in scena che recitano il loro copione?

La newsletter, che si presenta a giorni alterni, è praticamente un invito perabbonarti. Ogni martedì e venerdì alle 12, la tua casella di posta elettronica diventerà il palcoscenico di un racconto surreale, dove si avvicendano promesse, smentite e, di tanto in tanto, qualche verità. Che emozione, no?

Ma dimmi un po’, chi non vorrebbe vivere nel continuo stress di dover controllare la propria email per non perderti i capolavori della politica? È come seguire una telenovela, solo che gli attori sono reali, e le loro decisioni influenzano le nostre vite. Un piccolo prezzo da pagare per rimanere informati, verrebbe da dire, ma a quale costo?

Mentre i politici si affannano per la fama, tu potresti diventarne un esperto, a quel punto potrai aggiungere “analista politico” al tuo curriculum. E chi non vorrebbe aggiungere un titolo tanto ambito, pur di coprire il vuoto di una crociera a fuoco lento tra le contraddizioni della nostra bella Italia?

Clicca qui, e diventa parte di questo grande gioco, dove ogni votazione è un po’ come un’estrazione della lotteria. La fortuna è nelle mani di chi ha il coraggio di abbonarsi e di chi ha voglia di ridere, o forse piangere, davanti allo spettacolo della politica. Buona fortuna! Potresti averne bisogno!

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

Vuoi segnalarci qualcosa? CONTATTACI.

Aspettiamo i vostri commenti sul GRUPPO DI TELEGRAM!

← Articolo precedente
Articolo successivo →

Altri articoli

Riforma amministrativa: la fusione dei piccoli comuni come soluzione agli sprechi

Riforma amministrativa: la fusione dei piccoli comuni come soluzione agli sprechi

Editoriale
DAZN nella bufera: disservizi durante Inter-Bologna scatenano proteste. Nicola Savino: “Inaccettabile per chi paga”

DAZN nella bufera: disservizi durante Inter-Bologna scatenano proteste. Nicola Savino: “Inaccettabile per chi paga”

Editoriale

Iscriviti alla nostra Newsletter

Rimani aggiornato sugli ultimi orrori in Italia.

Copyright © 2025 Spreconi.