Il grande gioco delle banche: offerte al ribasso e il solito teatrino dei rilanci mancati

Il grande gioco delle banche: offerte al ribasso e il solito teatrino dei rilanci mancati

Il settore bancario italiano sembra più un ring che un mercato: tra Opa e Ops, la finanza si muove con offerte iniziali da saldi di fine stagione, sperando che nessuno si accorga della fregatura. Gli investitori, però, non sono così ingenui e i numeri parlano chiaro: se il mercato aspetta rilanci per almeno 3 miliardi di euro, significa che le operazioni attuali sono troppo basse. Banco Bpm, Anima, Mediobanca e altri protagonisti sono al centro della scena, ma quello che dovrebbe essere un grande spettacolo finanziario assomiglia più a una tragicommedia.

Banco Bpm e il giochino al ribasso su Anima

Ecco il primo capolavoro: Banco Bpm lancia un’Opa su Anima, offrendo 6,20 euro per azione, con un misero premio dell’8,5%. Ma c’è un piccolo problema: il mercato ha già spinto il valore delle azioni Anima a 6,95 euro, rendendo l’offerta subito insufficiente. Morale della favola? Per chiudere il deal servirebbero almeno 190 milioni di euro in più. Qualcuno ha fatto male i conti o pensavano che gli azionisti di Anima non sapessero leggere i numeri?

Unicredit e l’Ops su Banco Bpm: un affare da rivedere (di nuovo)

Poi c’è Unicredit, che il 25 novembre ha avuto la brillante idea di lanciare un’Ops su Banco Bpm con uno scambio azionario che inizialmente valutava ogni azione 6,657 euro. Ma, sorpresa, Banco Bpm è salito a 9,04 euro e Unicredit a 47,03 euro. Così il valore dell’operazione è schizzato a 13,7 miliardi di euro, con un buco di 1,2 miliardi da colmare. La domanda sorge spontanea: volevano fare un affare o semplicemente giocare d’azzardo con il mercato?

Mps e Mediobanca: il piano che non torna

E poi c’è Mps, che prova la scalata a Mediobanca con un’offerta di 2,3 azioni Mps per ogni titolo Mediobanca. L’idea iniziale? Valutare il titolo a 15,992 euro. Peccato che il mercato abbia deciso diversamente: Mediobanca vola a 16,45 euro, mentre l’offerta di Mps scende a 14,70 euro, aprendo un buco di 1,5 miliardi di euro. La domanda non è se l’offerta verrà alzata, ma quanto ancora si vuole far perdere tempo prima di farlo.

Banca Ifis e Illimity: pochi spiccioli, stessi errori

Anche le operazioni minori non mancano di spettacolo. Banca Ifis lancia un’Opas su Illimity con un’offerta mista, valutando il titolo 3,55 euro. Il mercato? Lo spinge subito a 3,73 euro, mettendo un deficit di 16 milioni di euro. Una cifra più piccola rispetto agli altri affari, ma la logica è la stessa: provare ad accaparrarsi asset sottocosto e poi stupirsi quando il mercato non ci sta.

Bper e Popolare di Sondrio: la solita storia

Infine, la saga continua con Bper, che lancia un’Ops su Popolare di Sondrio con un rapporto di scambio che la valuta 9,527 euro per azione. Ma sorpresa: le azioni di Sondrio salgono a 9,77 euro, mentre quelle di Bper scendono. Risultato? Un divario da 200 milioni di euro che obbligherà a un rilancio. Ma perché mai fare un’offerta giusta fin dall’inizio, quando si può perdere tempo con cifre irrealistiche?

Soluzioni? Il mercato chiede trasparenza, ma il teatrino continua

Se le banche vogliono davvero chiudere queste operazioni, non resta che adeguare le offerte ai valori reali. Ma nel meraviglioso mondo della finanza italiana, è sempre più facile tirare al ribasso e sperare in un colpo di fortuna. Peccato che il mercato, questa volta, sembri aver capito il gioco.

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