Il grande fratello è tra noi: giornalisti spiati con spyware israeliano mentre le istituzioni dormono

Il grande fratello è tra noi: giornalisti spiati con spyware israeliano mentre le istituzioni dormono

Quando pensi che la privacy sia un diritto fondamentale, scopri che è solo un’illusione. Un centinaio di giornalisti e attivisti sono stati sorvegliati tramite WhatsApp da uno spyware israeliano chiamato Graphite, sviluppato da Paragon Solutions. Non c’è stato bisogno di cliccare su link sospetti; è bastato un semplice PDF inviato in una chat di gruppo per concedere agli intrusi l’accesso totale ai dispositivi delle vittime. 

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Le istituzioni chiudono un occhio mentre la sorveglianza dilaga

Paragon Solutions, fondata dall’ex primo ministro israeliano Ehud Barak, vanta “35 clienti governativi”, tutti Paesi “democratici” che, a quanto pare, non erano “stati precedentemente accusati di abuso di spyware”. Eppure, eccoci qui, con Graphite che si infiltra nei dispositivi, leggendo messaggi su app crittografate come WhatsApp e Signal

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La farsa della sicurezza digitale: competenza o complicità?

WhatsApp ha informato le vittime dell’intrusione, ma non ha ancora identificato i responsabili dell’attacco. Tra gli spiati c’è anche Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it, che ha dichiarato: “Dopo aver ricevuto questo messaggio, anche a seguito di una verifica di analisti indipendenti, abbiamo iniziato le analisi tecniche sul dispositivo necessarie per valutare l’effettiva portata di questo attacco, cosa effettivamente sia stato prelevato o spiato nel telefono e per quanto tempo. Ovviamente è nostro interesse sapere anche, se sarà possibile farlo, chi abbia ordinato questa attività di spionaggio”. 

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Cittadini e imprese: vittime sacrificali dell’incompetenza

Mentre le istituzioni si crogiolano nella loro inefficienza, cittadini e imprese subiscono le conseguenze di queste violazioni. La fiducia nella sicurezza digitale è ormai un ricordo lontano, e la sensazione di essere costantemente sorvegliati diventa la nuova normalità.

Paradossi e assurdità: la realtà supera la fantasia

È ironico come Paesi che si definiscono “democratici” utilizzino strumenti di sorveglianza degni dei peggiori regimi autoritari. La privacy è diventata una barzelletta, e la sicurezza una mera illusione.

Storie di frustrazione: la voce delle vittime

Immagina di essere un giornalista che scopre che ogni suo messaggio, ogni sua conversazione, è stata monitorata da uno spyware. La frustrazione e la rabbia sono indescrivibili, soprattutto quando le istituzioni che dovrebbero proteggerti sono le stesse che permettono queste violazioni.

Contraddizioni smascherate: il circo delle promesse non mantenute

Le istituzioni promettono sicurezza e privacy, ma la realtà è ben diversa. Le risorse vengono sprecate, le promesse non mantenute, e i cittadini restano esposti a violazioni sempre più gravi.

Possibili soluzioni: un’utopia irraggiungibile?

Se mai qualcuno si degnasse di pensarci, forse si potrebbe:

  • Implementare leggi severe contro l’uso non autorizzato di spyware.
  • Garantire una trasparenza totale nelle operazioni di sorveglianza governativa.
  • Investire in tecnologie di sicurezza per proteggere i cittadini.

Ma, diciamocelo, queste sono solo fantasie in un mondo dove l’inefficienza e l’incompetenza regnano sovrane.

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