Il genio piemontese Cirio dichiara guerra al sole: ecco l’ordinanza che salva i lavoratori dall’onda tropicale

Il genio piemontese Cirio dichiara guerra al sole: ecco l’ordinanza che salva i lavoratori dall’onda tropicale

Dopo che Lombardia ed Emilia-Romagna si sono lanciate in un’epica corsa per sopravvivere all’inarrestabile ondata di calore che affligge il Nord Italia, anche il Piemonte ha deciso di non essere da meno. Il presidente della Regione, Alberto Cirio, ha impugnato penna e timbro firmando una brillante ordinanza “anti-caldo”. Questa perla di burocrazia regolerà, a partire dal 2 luglio fino al 31 agosto, le condizioni di lavoro per chiunque osi lavorare all’aperto sotto il sole implacabile.

Il succo del provvedimento? Semplice: se non puoi ridurre il rischio (come se fosse facile sostituire il sole con un ombrellone), è tassativamente proibito lavorare direttamente sotto i raggi solari a picco. I poveri lavoratori del settore agricolo, florovivaistico e delle costruzioni, quei temerari che si avventurano nei cantieri edili, dovranno mettere in pausa la loro fatica tra mezzogiorno e le quattro del pomeriggio, ma solo quando la gloria della “mappa del rischio” deciderà che il livello è “alto”. Chissà se qualcuno ha mai capito davvero come funziona questa famosa mappa messa a punto da Worklimate. Intanto, ci si deve affidare religiosamente a questo oracolo meteorologico delle lavorazioni.

Ah, e per rendere tutto più “agevole” (leggi: evitare ulteriore stress a chi lavora), la Regione consiglia ai Comuni di concedere – attenzione, momento di rivoluzione – deroghe temporanee ai fermi regolamenti sul rumore. Così, per esempio, se vuoi spostare i turni a orari più freschi e magari non far impazzire il gigante dei vicini, puoi farlo. Praticamente il sogno proibito di ogni lavoratore estivo: lavorare quando non cuoce la pelle come una bistecca.

Alberto Cirio ha dichiarato con un entusiasmo da giornata di metà luglio:

“Siamo solo all’inizio dell’estate, eppure già abbiamo beccato giornate in cui sembra di cuocere in una sauna. Ecco perché abbiamo deciso di approvare una ordinanza che garantisca un minimo di sicurezza a chi è costretto a lavorare sotto il sole cocente nelle ore peggiori.”

Un copione che non cambia molto rispetto all’anno scorso, ovviamente frutto di un attento ed esasperante confronto con associazioni di categoria e sindacati, perché niente dice “solidarietà” come un’ordinanza che ti vieta di lavorare dove ti serve il lavoro e quando c’è lavoro.

Con la magnanimità tipica delle pubbliche istituzioni, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, si è espresso con la solita trovata fondamentale per tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro. Perché, ovviamente, chi lavora sotto il sole cocente ha bisogno di un bel regolamento scritto per capire che il sole può fare male.

Nella stessa spiritosa accezione dell’ovvietà, l’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ci regala un vero capolavoro di buonsenso: un’ordinanza specifica che protegge i valorosi lavoratori più esposti nelle ore di calura infernale. Naturalmente, questa geniale “limitazione” sarà applicata solo quando la loro salute è davvero in pericolo, perché nulla è più importante della loro salvaguardia, dunque priorità assoluta!

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