Il fenomeno Jellycat travolge la Gen Z e incassa 450 milioni: ma di che gioco stiamo parlando?

Il fenomeno Jellycat travolge la Gen Z e incassa 450 milioni: ma di che gioco stiamo parlando?

Niente di più rassicurante nel 2024 che vedere un marchio britannico di peluche, Jellycat, raddoppiare i profitti grazie a quella delicata patologia chiamata “kidult”, ovvero adulti che trovano conforto coccolandosi peluche come se fossero ancora bambini. Perché, diciamocelo, il mondo fa schifo, e una tenera coniglietta beige al modico prezzo di 18 sterline è la cura perfetta per tutti i mali.

Fondata da Thomas Gatacre a Londra nel lontano 1999, questa azienda privata ha visto una crescita “rapida” nel 2024, con ricavi schizzati a 333 milioni di sterline, un aumento del 66% rispetto ai 200 milioni del 2023. E i profitti prima delle tasse? Più che raddoppiati, passando da 67 a una favolosa cifra di 139 milioni di sterline. Non stupisce che ora stiano pensando di distribuire dividendi per 110 milioni agli orgogliosi proprietari. Un applauso all’economia dell’abbraccio!

Il successo del marchio non si limita alle vetrine modeste: le famigerate “jellies” si trovano in 8.000 negozi in 80 nazioni, inclusi templi del lusso come Selfridges e Harrods a Londra, o la celebre Galeries Lafayette a Parigi. La domanda maggiore arriva da Europa, Cina e Stati Uniti, come se queste morbide ragioni di sopravvivenza intergenerazionale avessero infettato il mondo intero.

Jellycat assicura che il suo pubblico spazia da bambini a adulti “kidults”, passando per la generazione Z fino a genitori e nonni, un vero esempio di abbraccio universale senza discriminazioni anagrafiche. Del resto, chi non vorrebbe un morbido albero di Natale per 275 sterline, o una borsa gioiello da sfoggiare sui social?

Come se non bastasse, le esperienze in-store si moltiplicano: dal “Fish & Chips” di Jellycat a Selfridges, alla “Patisserie” nella Galeries Lafayette. Compra il peluche, assapora un dolcetto, e ricordati, tutto questo è assolutamente necessario per mantenersi sani di mente in un mondo impazzito.

L’irresistibile richiamo dei ‘kidult’ nostalgici

Il fenomeno del 2024 si deve a una domanda adulta crescente e neanche un po’ imbarazzante per i giocattoli per bambini, con un successo planetario virale su TikTok. Il fenomeno più chiacchierato è senza dubbio la bambola Labubu da 30 dollari, ormai simbolo di status per chi vuole farsi vedere cool anche mentre stringe un orsetto peloso.

Jellycat può vantare oggi 2,1 milioni di follower su TikTok e ben 20 milioni di post sotto l’hashtag #jellycathaul. Filmati di giovani adulti che celebrano i loro peluche da 20 dollari e svelano collezioni da collezionista ammassate su mensole, spopolano nella rete come nuovo culto del comfort morbido e seducente.

Secondo il gruppo di ricerca industriale Circana, negli Stati Uniti sono proprio gli adulti a guidare il mercato dei giocattoli, con un aumento delle vendite del 18% nel 2024. Nel solo primo trimestre di quest’anno, 1,8 miliardi di dollari sono stati spesi dagli over-18, una cifra che fa impallidire il consumo infantile tradizionale.

Ma perché questa passione adulta per peluche e giocattoli? Sempre secondo Circana, è colpa della nostalgia, quella dolce medicina psicologica per sopravvivere tra crisi economiche e geopolitiche globali. Insomma, se il mondo va a rotoli, tanto vale abbracciare una morbida scusa per non affrontare i problemi.

Melissa Symonds, direttore dei giocattoli UK per Circana, ha spiegato:

“Sfruttando l’economia della gioia, i giocattoli vengono sempre più riconosciuti per i loro benefici sulla salute mentale, scatenando nostalgia e offrendo una fuga dalla confusione globale nella vita dei consumatori.”

Insomma, evviva i peluche lusso, evviva i salari che permettono di accaparrarseli, e viva l’abbraccio del comfort materiale in un mondo che va a pezzi. Se il futuro è questo, forse non è poi così male… o almeno possiamo coccolarci mentre affonda.

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