Il digitale salverà miracolosamente gli agricoltori dalla loro inefficienza cronica

Il digitale salverà miracolosamente gli agricoltori dalla loro inefficienza cronica

L’illusione che l’intelligenza artificiale rivoluzioni l’agricoltura è servita su un piatto d’argento da Feroz Sheikh, Chief Information and Digital Officer di Syngenta. Secondo il brillante manager, gli agricoltori, creature già sapienti e ricche di esperienza, accederanno a dati e previsioni “migliori” per prendere decisioni “migliori”. Un vero colpo di bacchetta magica digitale, che trasformerà la loro produttività e sostenibilità con quella che chiamano “agricoltura 4.0”.

Ovviamente, l’innovazione digitale è chiamata a rendere i contadini più efficienti e produttivi, come se il duro lavoro e le condizioni meteo avessero perso importanza. Un’incantevole promessa per chi crede che qualche algoritmo possa riscrivere le leggi della natura e della fatica umana con un semplice click.

Il tutto è stato enunciato nel sontuoso palcoscenico della Milano Digital Week 2025, presso il Made Competence Center, in un evento dall’altisonante titolo “The ConversAItion – dialoghi di agricoltura e innovazione”, sponsorizzato, chiaro, da chi vende tecnologie e prodotti che vedono nell’agricoltura un mercato da dominare con dati, algoritmi e promesse di resa.

In poche parole: aggiungi dati, togli intuizioni; aggiungi intelligenza artificiale, togli il buonsenso contadino. Il risultato? Una storia tanto brillante sulla carta quanto vacua nella realtà quotidiana di chi, con terra e semi, combatte ogni giorno contro imprevisti che nessun algoritmo potrà mai prevedere con precisione assoluta.

Nel mondo reale, quell’efficienza digitale tanto decantata resta spesso quella promessa velleitaria che incanta a eventi e conferenze, ma che lascia freddo chi si sporca le mani davvero, chi vive di stagioni capricciose e mercati imprevedibili.

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