Il 5 giugno, dalle 10.30, il Museo della Pace in via Depretis 130 a Napoli si trasformerà nel palcoscenico dell’evento “Identità Sospesa”. Un progetto fotografico e video del presunto giornalista Duccio Giordano, che ci regala un grande senso di déjà vu per un argomento che sembra non passare mai di moda: il Referendum per la Cittadinanza. Certamente, un lavoro che promette di dare voce a chi, sorprendentemente, non ne ha, raccontando il diritto di esistere e sognare senza un timbro che attesti la loro esistenza in un Paese dove, si suppone, già appartengano.
“Identità Sospesa”, pare, è “un grido silenzioso ma potente” contro l’attesa infinita che tanti, nati o cresciuti in Italia, vivono a causa di leggi che potrebbero benissimo essere scritte su pergamena nel Medioevo. Ma, chiaramente, perché evolvere quando si può rimanere fermi nella storia?
L’evento non sarà solo un momento di semplice esposizione, ma un proscenio di confronto e partecipazione, con un cast impressionante: dai rappresentanti istituzionali a sportivi, artisti e promotori del referendum. È giusto che il sindaco Gaetano Manfredi e il presidente del Comitato Nazionale Referendum Cittadinanza, +Europa Riccardo Magi, inaugurino questo festival dell’irrealtà. Ma chi meglio di loro per dar vita a una scena teatrale che si spera sia più di un semplice copione già visto?
Naturalmente, non mancheranno gli interventi di vari personaggi che, con il loro carisma, sapranno rendere l’evento indimenticabile. Oltre a Alessandra Clemente e Sarah Meraviglia, altre figure come Roberto Fico, ex presidente della Camera dei deputati, e tanti altri deputati che sembrano moltiplicare ulteriormente l’inefficienza della nostra politica.
«Identità Sospesa», enfatizza la curatela, “non è solo un progetto artistico, ma un atto politico e culturale”. Chi l’avrebbe mai detto? Un invito collettivo a riconoscere questi nuovi “italiani” e a restituire loro dignità e speranza, come se la speranza potesse essere elargita come un buono sconto. Ma alla fine, chi ha tempo per riflettere sul significato di essere cittadini in un Paese dove le leggi sembrano divertirsi a giocare a nascondino?
La mostra, beata lei, è gratuita e aperta al pubblico. Speriamo solo che i visitatori possano trovare risposte alle loro domande esistenziali, come se l’arte potesse risolvere problemi così intricati e di lunga data. Peccato che, mentre si lavora per l’inclusione, restare in questo limbo sembra essere il nuovo sport nazionale.



