Guido Crosetto smaschera: Russia disinteressata alla pace, Occidente condannato al flop senza aiuti dall’Onu e un miracolo diplomatico

Guido Crosetto smaschera: Russia disinteressata alla pace, Occidente condannato al flop senza aiuti dall’Onu e un miracolo diplomatico

La pace? Ah, quella vecchia fantasia. Siamo sinceri: Putin non ha messo la pace nemmeno nella lista della spesa. I numeri parlano chiaro: un esercito da un milione e 600 mila soldati in campo, più cinque milioni di riserve pronte a scattare, e spese militari più alte di quelle della Guerra Fredda. Un’economia di guerra pianificata, mica un picnic estivo.

E riguardo alla pace in Ucraina o in Israele? Non pensate che l’Occidente da solo possa fare qualche miracolo: serve un multilateralismo rinvigorito, un’ONU che finalmente si dia una svegliata e si imponga con autorevolezza facendo rispettare il diritto internazionale. Se no, buon divertimento.

Ma se Russia decidesse di fare un picnic nel cuore dell’Europa, come si reagirebbe? Pare che la paura stia dilagando, tanto che la pragmaticissima Svezia – sì, quella famosa per il suo voto di neutralità e serenità zen – ha deciso di buttare la maschera e correre a iscriversi alla NATO. Adesso, giusto per non farsi mancare nulla, pretende addirittura un potenziamento massiccio delle risorse militari. Ironico, vero?

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ospite del direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, durante un talk di Rcs Academy sulle “Nuovi equilibri geopolitici: come cambiano le economie”, ci regala la sua feroce analisi sul disastro globale di oggi. Secondo lui, l’epoca Trump ha riscritto tutto, e non in meglio.

Perché? Semplice: gli Stati Uniti, finalmene messi con le spalle al muro, vedono la propria leadership mondiale incrinarsi per la prima volta nella storia recente. Il risultato? Il proverbiale “difendetevi da soli” rivolto all’Europa, mentre Washington si butta a pesce verso i nuovi “amici” emergenti, stipulando accordi su risorse strategiche fondamentali come… le terre rare. Interessante, no?

L’analisi – naturalmente, col consueto tono schietto e senza filtri – si concentra sulla realpolitik più pura. Crosetto ci ricorda che il diritto internazionale può valere solo se vale per tutti, altrimenti è pura ipocrisia da salotto. Ecco perché, secondo lui, l’ONU dovrebbe finalmente ritrovare quella tanto decantata forza persa da tempo e imporre un ordine che funzioni realmente.

Guido Crosetto ha il coraggio di osservare, sempre a proposito della pace in Medio Oriente, che anche Cina e altri attori globali devono essere coinvolti nel gioco. Non si tratta di una semplice questione di buone intenzioni, ma di una necessità cruda e spietata.

Il capo della Difesa italiana, con la sua infinita saggezza, ci ricorda da due anni che i Brics sono un argomento da non sottovalutare. In merito a un ipotetico attacco del Cremlino ai Paesi confinanti, la risposta è un mix di realismo e ironia: Finlandia, Svezia e quei poveri Paesi baltici conoscono la Russia abbastanza bene da non credere all’improvviso impazzimento collettivo. Ma attenzione, perché anche la Germania ha fatto il suo colpo di scena. Il governo di centrosinistra, fino a prova contraria poco incline a spender soldi in armamenti, ha improvvisamente cambiato la Costituzione – un regalo morale per i successori – per potenziare la difesa. Tutto molto edificante, no?

E non finisce qui: il ministro ci fa sapere che si rifiuta di accettare l’idea di una nuova guerra oltre i confini dell’Ucraina. Diplomazia, diciamo? Certo, ma “siamo sempre in meno a crederci”. Tradotto: buona fortuna a chi punta su un lieto fine pacifista in questo grande teatrino geopolitico.

Il gran finale è un j’accuse che rasenta la comicità, con un’inconfondibile autocritica italiana. Il ministro si è interrogato durante le commissioni su una domanda tanto semplice quanto scomoda: ma la Russia è un pericolo o no? E soprattutto, si può ancora far parte di una superpotenza come la Nato senza metterci nulla – o pochissimo – del proprio? Nei gloriosi decenni passati era previsto il 2% del PIL per la difesa. Ma, sorpresa!, nessuno credeva davvero di dover fronteggiare un rischio serio.

E la bomba finale: o ti fai proteggere dalla Nato, godendo dei suoi “benefici” (ma che meraviglia), oppure tiri fuori un bel 10% del PIL per difenderti da solo. Più di quanto speso in tutta la Guerra Fredda. Magari adesso qualcuno ci rifletta su, anche se l’idea di mettere mano al portafoglio sembra più monarchia assoluta che democrazia.

La tragedia di Gaza e la diplomazia made in Italy

Ma non è solo nel freddo nord che il ministro tiene alto il livello di realismo. Sulla tragedia di Gaza il discorso si fa fresco e pragmatismo puro: “Perché non riusciamo a fermare Netanyahu? Perché non abbiamo gli strumenti per farlo”. Traduzione libera: l’Italia ha interrotto ogni rapporto militare con Israele dal 7 ottobre 2023, e pure con buona ragione all’inizio, quando la reazione era contro un attacco terroristico.

Ma, ahimè, la “giusta reazione” si è trasformata in una carneficina senza limiti, con Netanyahu che, secondo il ministro, avrebbe dovuto evitare – una volta raggiunti gli obiettivi militari – di coinvolgere civili innocenti. Una chicca di realismo, quella dell’ex ministro alla Difesa Gallant, rigorosamente da manuale di diplomazia difficilissima (nel senso che non funziona quasi mai).

La Russia e il Mediterraneo: occhio alle nuove vecchie minacce

Torniamo alla questione di casa nostra. Quando si parla del questore dell’Interno, Matteo Piantedosi, e del suo imbarazzante “respinto” in Libia con una delegazione europea, il ministro si scioglie in un ritratto quasi da spionaggio a metà tra thriller e corsi di geo-politica da bar.

Secondo la sua illustre opinione, la Russia, oscillando tra un amico di comodo e una minaccia balcanica in salsa mediterranea, si sta infilando a pochi chilometri dall’Italia. Un’invasione silenziosa, ma evidentemente “evidente”.

E sullo scivolone diplomatico di Piantedosi? Nemmeno a dirlo, un vero disastro. “Se fossi nei vertici della Commissione Ue caccerei i responsabili”. Tradotto: un bel “chi ha combinato questo pasticcio pagherà”. Ironia della sorte, visto che spesso i protagonisti di queste figuracce sono gli stessi paladini dell’inefficienza diplomatica.

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