Il declino di un’icona: Gucci non è più il punto di riferimento del lusso globale
Il marchio Gucci, un tempo emblema del lusso e della creatività italiana, ha registrato un drastico calo del 27% nel suo valore di brand, secondo il report 2025 di Brand Finance Italy 100. Un dato che segna una svolta amara per uno dei nomi più noti della moda internazionale. Questo ridimensionamento, più che numerico, è anche simbolico: l’epoca in cui Gucci dominava le classifiche dei marchi più forti sembra ormai superata.
Il lusso italiano in difficoltà: il settore moda arretra del 9%
Non è un caso isolato. L’intero comparto moda italiano sta vivendo una fase di arretramento, con una perdita complessiva del 9% in termini di valore dei brand. Una crisi di sistema che riflette una più ampia difficoltà del settore nel trovare una sintesi efficace tra innovazione e identità. Le maison italiane, pur continuando a investire in sfilate e comunicazione, sembrano oggi disallineate rispetto alle aspettative del pubblico globale.
Ferrari corre anche nella moda: la sfida dei nuovi simboli del lusso
A sorprendere è la performance di Ferrari, che riesce ad affermarsi anche nel settore del prêt-à-porter. Mentre Gucciperde terreno, Ferrari si impone come nuovo ambasciatore del lusso italiano, capace di coniugare heritage, innovazione e visione contemporanea. Una lezione su come la coerenza di marca e la capacità di adattamento possano trasformare anche una casa automobilistica in un player rilevante nella moda.
Riflessioni sul Made in Italy: identità da ricostruire
Il calo generalizzato del settore moda e la crisi di Gucci sollevano interrogativi profondi sul significato attuale del Made in Italy. Una volta sinonimo di eccellenza, oggi rischia di ridursi a un concetto vuoto, ostaggio di strategie digitali poco incisive, storytelling autoreferenziali e mancanza di visione. Il declino dei valori di marca appare il sintomo di una perdita di direzione in un sistema che fatica a reinventarsi.
