DAL NOSTRO INVIATOGENOVA Silvia Salis, alla sua prima avventura politica. E chi le ha dato il permesso di candidarsi? “La mia passione per Genova — risponde la candidata sindaca del centrosinistra — e la necessità di unire tutto il campo progressista. Mi sono candidata con la condizione che la coalizione fosse al completo. In pochi giorni ho avuto una risposta positiva”.
Cosa porta con sé, lei che è stata una campionessa sportiva e vicepresidente uscente del Coni? “Porto i miei anni al Coni, un grandissimo ente pubblico che interagisce quotidianamente con la politica. Non si tratta solo di gestire una macchina complessa, ma anche di dialogare con gli amministratori locali, dai presidenti di Regione ai sindaci”.
Respinge l’accusa di essere inesperta? “L’accusa non mi tocca. Se vinco, capiranno quanto si sbagliano”.
Se vince, da dove parte? “Cancello la riforma voluta dall’ex sindaco Bucci nel 2021 che ha accentrato tutti i poteri sul Comune, depotenziando i municipi. La direzione deve essere opposta: più decentramento per dare voce ai cittadini”.
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Parlate poco di opere pubbliche. “Infatti, tra le nostre priorità c’è la cura delle persone. Per rendere appetibile un territorio non servono solo le infrastrutture, anche il welfare deve funzionare: una vita migliore per i cittadini (più asili nido, migliore assistenza agli anziani) contribuisce ad accrescere capacità e qualità dell’accoglienza”.
È stata una campagna elettorale piena di veleni. “Tutti mi dicono che non si è mai visto un clima così pesante verso una candidata. Certe uscite sono grottesche e squalificanti. Politicamente e umanamente mi fanno orrore. Questo atteggiamento è segno del terrore di chi vede vicina la fine di un’esperienza”.
Lei ha detto che se vince aprirà i cassetti del Comune. Cosa pensa di…
Che sorpresa! Finalmente qualcuno che parla di trasparenza, ma solo dopo aver scovato l’ultimo angolo buio della cassetta degli attrezzi di Genova. “Finora c’è stata pochissima trasparenza su tutte le partecipate” dice, come fosse una rivelazione che nessuno aveva mai immaginato. E sì, perché è ovvio che gli abitanti di Genova amano vivere in una fitta nebbia di mistero finanziario.
Il suo avversario, Piciocchi, non perde tempo e la accusa di vittimismo. “È un approccio ridicolo”, afferma, come se il suo approccio fosse un campionato di wrestling. Dopo tutto, chi non ama sentirsi insultato da figure di spicco come Vannacci e Bandecchi? Il vero divertimento sta nella loro verve, che nel 2025 è stata, sorprendentemente, ritenuta inappropriata. Immaginatevi la scena: prima ti lanciano frecciate, poi ti dicono che sei tu con il piagnisteo.
E come se non bastasse, c’è la bella accusa di dimenticanza contro di lei: “Ti sei dimenticata di aver ricevuto un incarico dall’ex sindaco Bucci”, dicono. Ma eh, si sa, a quanto pare la Politica è anche questo: “Sono bugiardi, mai avuto nessun incarico!”. E pensare che, secondo lei, il signor Mattarella l’ha insignita del titolo di commendatore della Repubblica solo per farle una cortesia. Ah, la modestia!
Ma parliamo del futuro: “È davvero sicura che Genova tornerà di sinistra?”. La risposta è un tripudio di ottimismo: “Stiamo per aprire una stagione nuova con una classe dirigente giovane”. Riusciremo a vedere una classe dirigente giovane e fresca felice di portare Genova verso l’illuminazione?
E nel caso invece di una sconfitta? “Farei una feroce opposizione”, risponde, dando vita a immagini epiche di battaglie politiche nelle strade di Genova. Ah, la positività! Chi non vorrebbe avere al suo fianco una feroce oppositrice pronta a lottare come un gladiatore per i diritti delle ancelle della Politica?


