Garlasco escluso il mistero del secondo assassino: i Ris dicono che uno basta e avanza

Garlasco escluso il mistero del secondo assassino: i Ris dicono che uno basta e avanza

Che sorpresa shockante: la suola rinvenuta sulla scena del crimine sarebbe solo di un unico assassino, e le foto scattate non farebbero che confermare la storica ricostruzione giudiziaria. Precisamente quella che ha mandato l’ex fidanzato Alberto Stasi a scontare 16 anni dietro le sbarre. Non ci si può certo aspettare svolte clamorose da una consulenza firmata dal comandante del Ris di Cagliari, il tenente colonnello Andrea Berti, chiamato a ripassare il copione ormai macchiato di sangue dell’omicidio di Chiara Poggi, freddatamente uccisa nella sua villetta di Garlasco il 13 agosto 2007.

Insomma, dopo quasi due decenni, l’ennesima conferma che la dinamica non cambia nemmeno davanti all’ausilio di tecnologie più moderne o al genio investigativo dei nostri eroi in divisa. La suola incriminata è chiaramente «a pallini», marchiata Frau numero 42, un comodo dettaglio da incastrare coi size 42 che chi indossava Stasi alla fatidica ora. La prova regina che non solo inchioda, ma rassicura tutti sul “giusto” colpevole.

E qui tutti i paladini della giustizia possono tirare un sospiro di sollievo: la consulenza non lascia dubbi, escludendo persino che ci potessero essere due assassini sparsi per la villetta. No, niente squadre delitti multipli o fantasmi in agguato tra le scale. A testimoniarlo, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano che, come novelli giardinieri, hanno messo mano all’intricata vegetazione dei fatti il 9 giugno, rispolverando misurazioni e scatti fotografici della scena, tutto a dimostrazione che il passato, con qualche gadget tecnologico, diventa ancor più impenetrabile.

Perché, certo, ben vengano i droni e le “apposite strumentazioni tecniche” per fotografare dall’alto ogni centimetro quadrato della villetta di via Pascoli. Chissà, forse così il processo verso la verità risulta più elegante, anche se l’essenza non cambia: un unico protagonista sul palco del delitto e una sentenza che, a quanto pare, fa da copione perfetto, indiscutibile e senza contaminazioni di sospetti e dubbi.

Analisi delle tracce di sangue e traettorie… Nulla di nuovo sotto il sole

Non credevate mica che la danza macabra delle tracce di sangue potesse stravolgere tutto? Beh, scordatevelo. L’analisi metodica di quelle chiazze «immortalate» (con tanto di foto che dal salotto arrivano alle scale, dove il corpo della giovane ventiseienne fu rinvenuto) riporta ossequiosa quanto già sentito da precedenti periti. Sì, ancora una volta, il solo calco sul pavimento è quello di una suola ‘a pallini’, molto fotogenica e facilmente identificabile nella calzatura di Stasi. Quindi non alzate la testa a cercare altri passanti o macchinazioni complesse: qui vige la regola semplice e lineare della colpevolezza singola, certificata e pacificamente accettata.

In fondo, tutto ciò che la Procura di Pavia chiede è di confermare, con qualche gadget pesante e un pizzico di perseveranza, quello che è già scritto nero su bianco in una sentenza che fa sorridere chi si illudeva alla ricerca di twist alla Hitchcock. La tecnica al servizio di un copione inattaccabile. Ah, il fascino della giustizia implacabile… e senza sorprese.

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