Fugatti e il terzo mandato: un atto contro l’autonomia mascherato da cauta speranza.

Fugatti e il terzo mandato: un atto contro l’autonomia mascherato da cauta speranza.

Maurizio Fugatti, presidente della Provincia Autonoma di Trento, si sente incredibilmente «ligio ai confini di riferimento», ma la nuova norma che consente il terzo mandato, contestata dal governo, ha scatenato una reazione a catena che ha facilmente oltrepassato i limiti del Trentino. È divertente come la politica possa trasformarsi in un dramma shakespeariano quando si gioca con i poteri e le autonomie, vero?

Ci si aspettava l’impugnazione del governo? Beh, ascoltiamo cosa dice il presidente: “Al punto 6.6 della sentenza sulla Campania, i giudici della Consulta dicono, cito testualmente: ‘Il disegno delle autonomie speciali, definito da statuti dotati di rango costituzionale, è diverso da quello delle regioni ordinarie’”. Ah, la poesia della burocrazia! Evidentemente, per Fugatti, il concetto di autonomia limita il federalismo a un gioco da tavolo.

La domanda che torna alla ribalta è: si voterà nel 2028, perché cambiare la norma così in anticipo? La risposta è degna di nota: “Siamo partiti dall’idea che, teoricamente, il governo avrebbe potuto impugnare”. Sì, teoricamente, come le favole di Calvino, quegli stessi racconti in cui invece di un «c’era una volta» si parla di referendum e leggi che vengono calpestate. E chi udrebbe il grido per una tale barbarie legislativa?

Ma parliamo del terzo mandato: “Tre mandati non sono troppi?” Si dirà, ci sono sindaci confermati al primo turno e contestualmente bocciati dopo un solo mandato. La risposta è alquanto illuminante: “Dire che tre mandati siano troppi è una diminutio della capacità di giudizio dei cittadini.” Davvero ? Quindi, permettere a chiunque di rimanere al potere indefinitamente è un modo per fidarsi di più della democrazia? Che visione profondamente illuminata!

In definitiva, impugnare una norma si scontra con le prerogative di autonomia. E “quando accadono cose di questo tipo, sì, ci irritiamo”, aggiunge Fugatti. Morale della favola? È un continuo balletto di contraddizioni, in cui il potere sembra riflettersi in uno specchio distorto che svela più di quanto non nasconda. E pensare che il referendum confermativo possa servire a frenare il potere del presidente è come mettere un pongo sulla ferita: ci si sente meglio, ma il dolore resta.

Il terzo mandato, ormai, è tornato a galla prepotentemente nell’agenda politica nazionale. Ma, si sarà mai chiesto se potrebbe essere un’ottima strategia per fare campagna elettorale? “Ne ha parlato con il suo collega triestino Massimiliano.” Chissà quali perle di saggezza si scambiano, una conversazione profonda e illuminante come un volo di mille farfalle in un acquario buio!

Fedriga? «Certo, ci siamo scambiati quattro chiacchiere, abbiamo questo fantastico percorso comune, parlamentare e istituzionale. E sarà solo una coincidenza, ma l’impugnativa riguarderà anche lui…». Non è divertente come le cose si intrecciano sempre in un bel gioco di potere?

Ora anche alcuni membri di FdI, come il ministro Francesco Lollobrigida, sono pronti a un confronto sul terzo mandato. Un’apertura senza precedenti? «Se il dibattito nazionale si apre, ben venga, ma spero che sia solo un confronto politico. La Costituzione non vieta i tre mandati. Il limite è stabilito da una legge statale, che sì, è legittima, ma altrettanto legittimamente potremmo anche cambiarla. Questa riapertura del dibattito dimostra che stiamo parlando di politica, non di cose “costituzionali”. E a dirla tutta, avremmo preferito che questa discussione fosse iniziata prima che il governo decidesse di impugnare…». Ma chi ha bisogno di coerenza, giusto?

Come pensate che finirà alla Consulta? «Non sono un esperto in materia, provengo dalla campagna e alla campagna tornerò. Sui giornali leggo interpretazioni dei più vari costituzionalisti. Ma ciò che mi interessa maggiormente è quello che ha scritto la Consulta, e lì vedo chiaramente che l’impugnativa è inopportuna. Rimango moderatamente fiducioso». Certo, quel “moderatamente” è d’obbligo per non sembrare troppo ottimista.

I governatori da Venezia stanno chiedendo un approfondimento al governo sul tema. Luca Zaia non sarebbe contrario a un nuovo mandato, ma sarebbe il quarto… «Capisco che a qualcuno possa non piacere avere governatori dal grande appeal. E parlo del gradimento di Zaia, sia chiaro, non del mio; io sono consapevole dei miei limiti. Ma se Zaia è così amato, significa che ha governato bene e i cittadini lo rielettrebbero. Si tratta di dare fiducia alla capacità di scelta degli elettori». Chiaramente, nessuno vuole mettere in dubbio il senso critico degli elettori, giusto?

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