Fratelli Petrucci di nuovo a dominare il concorso di Lione: 16 medaglie perché accontentarsi di meno?

Fratelli Petrucci di nuovo a dominare il concorso di Lione: 16 medaglie perché accontentarsi di meno?
Fratelli Petrucci, dal mitico borgo di Amatrice – sì, proprio quello famoso per ben altro – si aggiudica l’attenzione mondiale con una pioggia di medaglie. Come minimo, dovrebbero già pensare a uno spot pubblicitario con tanto di musica epica e slow motion di guanciali che volteggiano.

Il Concorso Internazionale di Lione 2026, che si autoproclama il più prestigioso raduno europeo del cibo, ha visto la partecipazione di una montagna di prodotti – migliaia di delizie da ogni angolo del pianeta – che si sono sfidati a colpi di sapori in una sorta di Olimpiade della gola. Prodotti caseari, vini, liquori, birre e salumi sono stati esaminati, giudicati e, sorprendentemente, premiati. Quel che colpisce è come sempre l’indiscussa superiorità tricolore, grazie soprattutto alla squadra agguerrita di Fratelli Petrucci.

Dopo il sontuoso bottino della scorsa edizione (13 medaglie), quest’anno la casella si colma a dismisura con un totale di 16 onorificenze, di cui 13 ori e 3 argenti. E come ciliegina sulla torta, la new entry che fa sgranare gli occhi: il guanciale amatriciano, quel capolavoro creato dal patriarca Giovanni Petrucci, che ha finalmente conquistato il cuore (e il palato) dei francesi, storicamente così sofisticati da preferire solo formaggi puzzolenti e vini potenti.

Per restare in tema di sofisticazioni, eccoli imporsi tra i premiati con medaglia d’oro due formaggi… “originali”: il “Fico balsamico”, ovvero formaggio di pecora che si credeva andasse solo sulla pizza, ora affinato con fico e aceto balsamico. E “Il granello di Amatrice”, un formaggio vaccino che sceglie come cantina una grotta, perché niente dice “eccellenza” come l’umidità naturale e la penombra misteriosa.

Per il capitolo salumi, invece, le cose si fanno serie. Il guanciale amatriciano di Fratelli Petrucci è stato notato come “migliore prodotto di salumeria italiana” al concorso francese. Non che ci volesse un genio per capire che un guanciale fatto ad Amatrice avrebbe fatto breccia nel cuore del palato. Per chi non lo sapesse, la classifica si basa su criteri rigorosissimi: carne, metodo di essiccazione, cottura e ovviamente il misterioso tocco magico che solo una giuria di esperti è in grado di valutare senza farsi distrarre da un boccone troppo buono.

Immaginatevi, nel 2026, una giuria internazionale composta da chef stellati, maître affineur (quelli che capiscono il formaggio come un sommelier capisce il vino), esperti gastronomici e professionisti veri e propri, tutti intenti a degustare ben 2.200 formaggi provenienti da un’orgia di paesi: Francia, Italia, Spagna, Svizzera, Polonia, Austria, Romania, Israele, Paesi Bassi, Germania, Belgio, Stati Uniti, Repubblica Ceca, Grecia e persino Finlandia. Una vera kermesse globale del gusto.

D’altronde, non è la prima volta che Fratelli Petrucci porta a casa riconoscimenti da questi prestigiosi concorsi. L’anno scorso, al celebre World Cheese Awards, si erano già guadagnati la prima posizione con un pecorino ‘bislacco’ (qualunque cosa voglia dire), affinato con rum e tabacco. Sì, avete capito bene: formaggio e tabacco, probabilmente la nuova frontiera del lusso gastronomico, per chi ama rischiare.

Al Concours International de Lyon, invece, la medaglia d’oro è finita a “Il Regio”, una gemma stagionata nelle grotte etrusco-romane del primo secolo avanti Cristo. Evidentemente, essere vecchio quanto la storia antica è un bonus in più per la maturazione e il gusto, o almeno è così che ce lo raccontano.

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