Il progetto del governo e le perplessità dell’ex AD di Enel
Il governo Meloni ha recentemente annunciato un ambizioso ddl nucleare, volto a introdurre nuove centrali di quarta generazione per ridurre la dipendenza energetica dell’Italia e abbassare il costo delle bollette. Tuttavia, l’ex Amministratore Delegato di Enel, l’ingegnere Francesco Starace, ha espresso forti dubbi sulla fattibilità del piano, sostenendo che entro il 2030 non sarà possibile realizzare alcuna centrale nucleare nel Paese.
Parlando durante un intervento alla scuola politica Akademeia di Firenze, Starace ha minimizzato l’entusiasmo attorno al progetto, definendolo “rumore di fondo” e sottolineando come molte delle tecnologie citate per il nucleare di nuova generazione siano in realtà già note da decenni.
Le dichiarazioni di Starace sul nucleare in Italia
Francesco Starace, che ha una formazione specifica come ingegnere nucleare, ha spiegato che le aspettative di realizzare impianti in tempi così brevi non sono realistiche. Nel suo intervento ha dichiarato:
“Io sono un ingegnere nucleare e vi dico che non si faranno centrali nucleari in Italia. Il nucleare di nuova generazione? Si tratta di tecnologie che esistevano quando mi sono laureato. Se ci sono cose nuove? Sì. Ma tutto il resto è rumore di fondo o discorsi interessati.”
Secondo Starace, sebbene il governo stia spingendo il tema del nucleare come una soluzione chiave per l’indipendenza energetica, la realtà tecnica e burocratica renderà impossibile raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030.
Le critiche di Maurizio Gasparri
Le dichiarazioni di Francesco Starace hanno suscitato reazioni nel mondo politico, in particolare da parte di Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, che ha contestato l’ex manager, insinuando che le sue affermazioni possano essere influenzate da interessi politici, in particolare da Matteo Renzi.
Gasparri ha accusato Starace di aver favorito, durante la sua gestione in Enel, l’ingresso dell’azienda nel settore delle telecomunicazioni con la creazione di Open Fiber, un’operazione che secondo il senatore ha comportato elevati costi per lo Stato:
“Se lo dovessi incontrare, chiederò all’ex amministratore delegato dell’Enel, l’ingegnere Francesco Starace, a nome di chi parla quando denigra il ricorso all’energia nucleare. C’è qualcuno alle sue spalle? Gli chiederò anche chi c’era alle sue spalle, ma lo sappiamo. Si trattava di Matteo Renzi.”
Il senatore ha anche ipotizzato che le scelte relative a Open Fiber possano necessitare di un’analisi più approfondita da parte della magistratura.
Il ddl nucleare: cosa prevede
Il ddl delega approvato dal Consiglio dei Ministri stabilisce che il governo dovrà adottare entro un anno una serie di decreti legislativi per regolare lo sviluppo del nucleare in Italia. Il piano prevede:
- La redazione di un Programma nazionale che copra sperimentazione, localizzazione, costruzione e gestione delle nuove centrali.
- Il trattamento del combustibile esaurito e la gestione sicura dei rifiuti nucleari.
- La ricerca e lo sviluppo nell’ambito della fusione nucleare.
- L’istituzione di un’autorità indipendente per la sicurezza e il controllo.
- Un approccio che segua i principi dell’economia circolare.
L’obiettivo del governo è rendere l’Italia più indipendente dal punto di vista energetico, riducendo al contempo il peso delle bollette sui cittadini. Tuttavia, gli esperti del settore e le opposizioni mettono in dubbio la possibilità di rispettare i tempi previsti, ritenendoli eccessivamente ottimistici.