Flavio Zanonato, il 74enne ex sindaco, alla guida dei commercianti di Padova: impegno a proteggere i negozi locali da Gdo e e-commerce

Flavio Zanonato, il 74enne ex sindaco, alla guida dei commercianti di Padova: impegno a proteggere i negozi locali da Gdo e e-commerce

La vita di un politico, Flavio Zanonato, evolve continuamente, quasi come un copione di un film che si ostina a non chiudere il sipario. A 75 anni, Zanonato non sembra intenzionato a ritirarsi nella confortante routine di nonno a tempo pieno, incredibilmente impegnato in un nuovo capitolo della sua lunga carriera politica — che cominciò nel 1975, non proprio ieri. Oggi, con il suo recente ruolo di direttore della Confesercenti Veneto Centrale, rappresentante delle piccole e medie imprese del commercio, il politico del Partito Democratico si lancia in una sfida che sa di paradosso.

Un Crescendo della Contraddizione

“Sono una persona di sinistra,” afferma, con una dichiarazione che risuona come un’eco di un certo spettacolo politico dove il conflitto di interessi è la norma piuttosto che l’eccezione. Ancor più interessante è il suo tentativo di dissociare il suo passato politico dal suo attuale incarico, affermando che il suo ruolo sarà “di natura tecnica”. Ma possiamo davvero credere che la lunga carriera da sindaco — che gli ha conferito, ahimè, notorietà e un ampio feedback politico — possa essere ridotta a una mera questione di capacità tecniche?

Le Voci del Malcontento

Non sorprende che, nonostante la sua retorica di indipendenza, le critiche non si siano fatte attendere. Tra i membri dell’Ascom e gli altri esponenti del commercio, c’è chi solleva obiezioni su un uomo con tale curriculum che si può definire solamente ‘politicamente carico’. Potremmo chiederci, a questo punto, se la storia di un sindaco che diventa direttore di un’associazione rappresenta un’opportunità o un’opacità, in un sistema dove ruoli e responsabilità si sovrappongono in modo preoccupante.

Il Paradosso della Neutra Politicità

Zanonato, nel tentativo di difendere la sua nomina, cita un diretto concorrente che, a suo dire, non ha suscitato alcuna polemica. Forse qui salta agli occhi un’opacità fondamentale: se il sistema è strutturato in modo tale da consentire a figure con cariche politiche di occupare ruoli “tecnici”, dove si trova la trasparenza? Non è che la credibilità si evapora tra i compromessi politici?

Un Futuro… da Vivere?

E mentre riflettiamo sul significato di questa nomina, ci si potrebbe chiedere se un uomo con una storia politica così radicata possa davvero indirizzare e rafforzare le piccole e medie imprese, o se le sue esperienze passate si trasformino, per l’ennesima volta, in una proiezione di potere più che di servizio. È evidente che la nuova avventura di Zanonato ha il potenziale di infrangere illusioni, rivelando la natura intrinsecamente incoerente di alcune scelte politiche.

Possibili Soluzioni?

Se davvero ci si prefigge di portare avanti un discorso di reinvigorimento del commercio indipendente, bisognerebbe considerare di scelte più audaci. Per esempio, il rinnovamento di figure unicamente tecniche, realmente slegate da legami politico-partitici, potrebbe rappresentare uno passo verso la credibilità. Ma, naturalmente, nel bel paese dalle promesse mai mantenute, tali soluzioni appaiono più come un sogno mantenuto nel cassetto piuttosto che una realtà concreta.

Non ci si può credere: il Commissario del Conservatorio Pollini di Padova si lancia in una missione per salvare il commercio di vicinato… ehi, ma non è un po’ in contraddizione con le istanze della grande distribuzione e dell’e-commerce? Qui si parla di proteggere le piccole realtà come salumerie e mercerserie, perdendo nel contempo un punto di riferimento storico per la comunità. Che bello, ma fin dove si può spingere l’idealismo?

La difesa del commercio locale: una questione di civiltà?

«Non per ideologia, bensì per una profonda convinzione civile», dichiara l’ex sindaco. Eppure, quale civiltà si celebra se il commercio di prossimità è costantemente in crisi a causa di affitti inaccessibili e normative fiscali favorevoli solo ai grandi gruppi? Si difende il bene pubblico, ma quando iniziamo a considerare i centri storici più come parchi e meno come spazi vitali per il commercio tradizionale?

Il nuovo significato di associazionismo

Ora, l’associazionismo è un concetto che non implica più appartenenza identitaria ma “scelte razionali”. Un passo avanti? Certamente, ma ci si deve chiedere se questa razionalità aiuti realmente chi è ai margini della rappresentanza. Le partite Iva, i freelance, e i professionisti dei servizi non rappresentano già un mosaico di realtà così diverse che è impossibile trovare una vera “casa comune”? Sì, ci sono molte voci da ascoltare, ma a quale costo?

Conciliare ruoli: mission impossible?

E mentre si parla di come “sperare e credere” nella propria energia, resta da vedere se la presidenza del Conservatorio e la salvaguardia del commercio locale non si riveleranno due carichi impossibili da gestire. Di energie ce ne vogliono molte! Ecco un’altra contraddizione: si fa appello alla creatività e all’innovazione, ma chi sostiene realmente le piccole iniziative locali?

La situazione sembra richiedere una seria riflessione: promesse enormi, ma chi si occupa della realtà che ci circonda? Le parole rimbombano, ma d’azione concreta non c’è traccia. Potremmo chiedere ai nostri eletti di guardare oltre le loro agende e agire.

Possibili soluzioni: tra utopia e realtà

E se provassimo a rivedere le politiche fiscali per il commercio di prossimità? Forse un’idea sarebbe quella di incentivare le piccole realtà attraverso fondi specifici, ma chissà se si tradurrà in realtà o rimarrà una promessa nell’aria. Servirebbero anche corsi di formazione per digitalizzare i piccoli negozi, non credete? In un mondo sempre più globalizzato, potrebbe essere il genere di azione che unisce più che divide.

In sintesi, la sfida è aperta: continuare a proclamare l’importanza del commercio locale e delle sue “giuste” battaglie o passare finalmente dalle parole ai fatti? La scelta resta nelle mani di chi ha il potere di farla!

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