Fisco e debiti da 1.270 miliardi, Corte dei Conti e Ufficio di bilancio bloccano la Lega: bocciata la quinta rottamazione

Fisco e debiti da 1.270 miliardi, Corte dei Conti e Ufficio di bilancio bloccano la Lega: bocciata la quinta rottamazione

Non ci vuole un esperto per capire che le promesse di una nuova rottamazione fiscale, l’ennesima “pace fiscale” tanto speculata, rischiano di ridursi a un pessimo cliché, eppure la Lega continua a insistere su questo assunto ridicolo. La commissione Finanze del Senato è in pieno caos. Le audizioni più significative hanno smantellato la narrativa che si vorrebbe promuovere, rivelando l’assurdità delle misure e l’ipocrisia di chi cerca di far credere che la sanatoria dei debiti fiscali possa realmente risolvere i problemi. La Corte dei Conti e l’Ufficio Parlamentare di Bilancio hanno messo in evidenza che tali politiche non solo non recuperano crediti, ma contribuiscono a un vero e proprio disastro per le finanze statali, con crediti non riscossi che ammontano a una cifra vertiginosa di 1.273 miliardi. È chiaro che tutto ciò accade mentre il resto dei cittadini, quelli che pagano senza ricorrere a trucchi, si trova a dover affrontare un peso sempre maggiore.

Dove sono le soluzioni efficaci?

È ridicolo sentire il presidente della commissione, Massimo Garavaglia, rispondere con sufficienza a chi evidenzia la crisi della riscossione. Le sue affermazioni sulle “grida manzoniane” suonano più come una difesa squallida piuttosto che come un’analisi concreta. Nonostante ciò che sostiene, la riforma del governo è una presa in giro che non apporterà miglioramenti tangibili. La follia continua, eppure ci dicono che ci sono soluzioni in vista quando nella realtà non ci sono altro che promesse vane e decreti inconcludenti.

Il flop delle “definizioni agevolate”

Personaggi come Enrico Flaccadoro avvertono che ogni tentativo di “definizione agevolata” non fa altro che ridurre la propensione dei cittadini a pagare regolarmente. È un circolo vizioso, dove chi può evadere il fisco si sente incentivato a farlo. Ogni rottamazione è un colpo inferto all’equità fiscale, eppure, chi ci governa minimizza e promette miracoli che non accadranno mai. L’Agenzia delle Entrate Riscossione si trova a fare da madre al debito con chi non ha mai intenzione di restituire. E perché? Perché la proposta di spalmare il debito su 120 rate è una trappola che incoraggia a non pagare.

Un sistema iniquo

È sorprendete constatare quanto le misure non facciano altro che favorire i più abili nel sottrarsi agli obblighi fiscali, senza considerare che chi paga regolarmente viene messo in secondo piano. La consigliera Valeria De Bonis ha messo a fuoco una verità scomoda: i contribuenti che si avvantaggiano di queste misure non sono necessariamente i più bisognosi, ma spesso i più astuti. Il tutto mentre il Mef segnala quantità assurde di risorse necessarie per coprire questi schivali fiscali, ossia ben 5 miliardi che graveranno ulteriormente sui conti pubblici.

La politica fiscale diventa così un triste teatro dell’assurdo, dove le promesse di giustizia si trasformano in pura ipocrisia, mentre i cittadini continuano a subire le conseguenze di un sistema che sembra premiare solo l’insolvenza. Possibili soluzioni? Se solo qualcuno decidesse di ascoltare le voci che avvertono della follia in atto, ma chissà, potrebbero anche decidere di affrontare la realtà e prendere decisioni responsabili e sensate.

Immaginate di trovarvi intrappolati in una rete di **debiti** senza fine, con un sistema che non fa altro che promettere soluzioni miracolose, sempre più assurde e **ipocrite**. È esattamente questo il quadro deprimente che emerge dall’ennesima rottamazione dei debiti: una lunga serie di promesse non mantenute, che non fa altro che perpetuare il **fallimento** della riscossione fiscale e la totale **inefficienza** dell’amministrazione.

Una Rottamazione Senza Fine

La realtà è sconfortante: una quinta rottamazione priva di stringenti limitazioni è l’ultima necessità di un sistema che, anziché garantire il rispetto degli obblighi fiscali, crea solo **disuguaglianza**. Ogni anno, i nuovi debiti affidati alla riscossione sfiorano gli 80 miliardi di euro, di cui il 35,12% proviene dall’elaborazione automatizzata delle dichiarazioni, mentre solo il 34,4% dall’effettivo accertamento. Questo segnala una vera e propria **crisi**, dove è ormai routine inviare la dichiarazione senza avere alcuna intenzione di saldare. La conseguenza? Un catastrofico tasso di riscossione che, dal 2000 al 2024, non ha superato il 10%: è allarmante ascoltare che i crediti recuperati fanno meno della metà di quelli annullati, un quadro che puzza di **corruzione** e **negligenza**.

Un Magazzino Che Gonfia

Il magazzino dei debiti è sempre più pieno, alimentato dalle **misure inutili** come rottamazioni e cancellazioni che non fanno altro che aumentare le aspettative di futuri **sconti**. La Corte dei Conti ha colto nel segno, mettendo in luce come il sistema si basi su inadempienze crescenti, mentre si sperpera tempo e risorse preziose. Le voci unanimi suggeriscono che, oltre a smaltire l’esistente, sarebbe necessario investire in personale **qualificato** e utilizzare massicciamente le banche dati per identificare i rischi di morosità. Tuttavia, il governo ha brillato per la sua scarsa proattività, seguendo solo flebilmente queste indicazioni vitali.

Riforme Fantasma

Il recente tentativo di riforma, con una commissione presieduta da Roberto Benedetti, lascia a desiderare. Dopo un’attesa ansiosa, il responso sullo smaltimento dell’enorme magazzino di debiti è atteso entro l’autunno, ma già si avverte la paralisi nel reperimento dei **dati necessari**. Si prevede il discarico automatico dei debiti non riscossi dopo cinque anni, ma è solo l’ennesima mossa che manca di sostanza. Anche le promesse di una riscossione più efficiente, basata su logiche di priorità, sono rimaste solo sulla carta, strappando un sorriso amaro a chi cerca giustizia fiscale.

Un Futuro Sconosciuto

Ancora una volta, si promette di agire secondo logiche **efficaci**, ma nella pratica ciò si traduce in un colossale **ritardo** che sembra eternamente rimandare l’adempimento delle esigenze fiscali. Persino la possibilità di accedere ai conti dei debitori è rimasta un miraggio, con i decreti attuativi a lettura morta più di un anno dopo la loro approvazione. Come ci si può fidare di un sistema che non riesce nemmeno a mettere in pratica le poche buone idee che emergono?

In conclusione, se qualcuno si decidesse finalmente a fare un passo in avanti e a tradurre le promesse in azione, forse potremmo sperare in un futuro migliore. Ma, considerando lo stato attuale delle cose e la frustrazione generalizzata, è improbabile che ciò accada. In altre parole, se mai ci si decidesse a fare… beh, **potremmo** solo vedere un cambiamento. Ma fino ad allora, rimaniamo a osservare questo spettacolo tragicomico, in cui la **inefficienza** continua a regnare sovrana.

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