Finalmente l’Europa ci regala regole di guida che promettono sicurezza… o almeno ci provano

Finalmente l’Europa ci regala regole di guida che promettono sicurezza… o almeno ci provano

Da ora in poi, l’esame per chi sogna di diventare guidatore prevede domandine sull’uso dei cellulare, gli angoli ciechi (chissà se ci si riferisce anche a quelli politici), i sistemi di assistenza alla guida e persino la raffinata arte di aprire la portiera senza far fuori qualcuno. Non mancherà poi una saggia enfasi rivolta ai pedoni, ai bambini, ai ciclisti e ai soliti “utenti della strada vulnerabili”, perché non si sa mai: potrebbe servire. Questi nuovi “obblighi formativi” (quel che basta per far sembrare tutto più serio) dovrebbero renderci guidatori più consapevoli… o almeno lo speriamo, visto che la distrazione col cellulare è una piaga conclamata da decenni.

Validità delle patenti e controllo medico, perché la giovinezza non è più un optional

In un gesto di generosità tutta europea, la patente per moto e auto avrà una validità di ben 15 anni, salvo il caso si voglia usare la patente anche per dimostrare che esisti, come documento d’identità nazionale. In quel caso, si accorcia a 10. Per camion e autobus? Pronti per la sorpresa: solo 5 anni. Gli anzianotti guidatori (over 65) saranno invece più controllati, giacché si sa, l’esperienza filtra via e i medici aspettano alle porte con la bilancia e la visita cardiologica. Rinnovare la patente? Bisognerà sottoporsi a check-up con esami della vista e delle coronarie, salvo quegli Stati lungimiranti che preferiranno qualche modulo di autovalutazione “fai da te”. Ovviamente, perché fidarsi di un medico quando ci si può affidare a un questionario scritto?

Neopatentati: da oggi si diventa più esperti con più regole (che non fanno mai male, vero?)

Per la prima volta, l’Unione Europea ha stabilito che esiste un malefico “periodo di prova” di almeno due anni per i neopatentati, ovvero chi non sa ancora bene cosa sia la tangenziale. Questi “aspiranti piloti” saranno soggetti a norme più severe, specialmente se sorpresi a guidare ubriachi, senza cintura o ignorando altri dispositivi di sicurezza. Inoltre, potranno ottenere la patente di categoria B già a 17 anni, ma solo se accompagnati da un adulto con esperienza fino ai 18 anni. Che bella l’Europa che ti controlla da ragazzino, quasi fosse un reality show!

Rispondendo alla carenza di conducenti professionisti (forse a causa delle mille complicazioni burocratiche), i guru europei hanno deciso di consentire ai diciottenni di guidare camion (categoria C) e ai ventunenni gli autobus (categoria D), ma… attenzione: solo se muniti di un certificato di abilitazione professionale. Altrimenti, dovranno attendere di avere più anni, e magari più saggezza.

La patente digitale arriva in stile “app che non funziona mai”

Ora, i deputati hanno fatto un favore a sé stessi e ai cittadini: la patente digitale, accessibile direttamente dal cellulare (perché ovviamente non bastava la distrazione da guida con il telefono), diventerà il formato più diffuso nell’UE. Ma non temete, per chi si sente ancora antico ci sarà sempre la possibilità di richiedere – a patto che lo faccia in fretta e senza intoppi inutili – la classica patente di carta, che si suppone vi venga consegnata in tre settimane. Tre settimane! Anche se è la questione di vita o di morte, evidentemente si mantiene la calma.

Patenti ritirate: la nuova frontiera del controllo pan-europeo

Se avevate pensato di combinare qualche guaio e poi scappare fuori dal vostro Paese per evitare conseguenze, l’UE è qui per deludervi con la sua nuova regola: le decisioni di sospensione, limitazione o ritiro della patente verranno gestite dal Paese che la rilasciata originariamente. Letteralmente, la caccia al guidatore spericolato diventa pan-europea. Questo significa comunicazioni lampo tra autorità nazionali, che dovranno informarsi reciprocamente senza tempo da perdere sulle multe più gravi, come guida in stato di ebbrezza, droga, incidenti mortali o superamenti di velocità folli (tipo 50 km/h oltre il limite, roba da veri campioni d’incoscienza).

Jutta Paulus, relatrice del Parlamento sulle patenti di guida, ha detto in modo altisonante:

“Abbiamo finalmente introdotto un quadro normativo che pone l’accento sulla sicurezza e la responsabilità, richiedendo controlli medici e formazione più rigorosa per tutti i conducenti, specialmente per i neopatentati.”

Che bellezza. Come se sulla strada bastasse un quiz aggiornato e visite mediche ogni tanto per far sì che si guidi con cervello, almeno in Europa.

Entro il fatidico 2030, ci viene propinata la rivoluzione del secolo: la nuova direttiva europea sulla patente di guida promette una patente digitale, ma guai a rinunciare al caro vecchio pezzo di plastica! Libertà di scelta garantita — o almeno così ci dicono. Non è tutto, la formazione alla guida si ingrandisce con materiali extra dedicati alla sicurezza di pedoni e ciclisti, perché nulla dice “avanguardia” come insegnare a rispettare chi non guida. Nel frattempo, i gloriosi volontari come vigili del fuoco e soccorritori finalmente potranno guidare i mezzi d’emergenza senza dover passare da un improbabile percorso ad ostacoli burocratico. Perché naturalmente, le nuove regole sulla formazione e sul riconoscimento delle professioni del trasporto sono il salvagente che sul serio rende questi lavori “attrattivi e accessibili.” Spoiler: i cittadini di tutta Europa ne godranno i benefici, ovviamente in tempi da lumaca.

Matteo Ricci, il paladino del Parlamento europeo sulla patente, ha sentenziato con la solita verve entusiasta:

“Oggi compiamo un passo importante verso una maggiore sicurezza stradale. L’introduzione di criteri più chiari e tempestivi per la sospensione della patente in caso di gravi infrazioni contribuisce a proteggere non solo i conducenti responsabili, ma l’intera collettività. Un sistema di controllo e di implementazione delle regole più solido ed efficace aiuterà a prevenire gli incidenti e a salvare vite umane.”

Prossime tappe

Ovviamente, le nuove norme non diventeranno magicamente effettive dall’oggi al domani. La spartana procedura recita che entreranno in vigore il ventesimo giorno dopo la loro pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Dopodiché, i meravigliosi paesi membri dell’UE avranno ben tre anni di tempo per tradurre questo capolavoro normativo nel proprio diritto nazionale. E, per non farsi mancare nulla, un ulteriore anno sarà dedicato all’arduo compito di prepararsi alla messa in pratica di quanto deciso. Perché, si sa, la burocrazia europea con i suoi tempi da tartaruga è il miglior veicolo per garantire cambiamenti incisivi e rapidi.

Contesto

Questa mirabolante revisione delle norme europee sulle patenti di guida è l’ennesimo episodio di un pacchetto sulla sicurezza stradale presentato dalla Commissione Europea nel marzo 2023. L’intento, niente di meno che titanico, consiste nel migliorare la sicurezza per tutti gli utenti della strada e avvicinarsi — con risultati garantiti da chissà quale formula magica — alla totale cancellazione degli incidenti mortali nel trasporto su strada entro il 2050, l’ambizioso (e forse utopico) obiettivo conosciuto come “zero vittime”. Un sogno degno di un film di fantascienza, ma almeno serve a farci sentire tutti partecipi di un futuro dove magari si potrà andare in giro senza più paura di uscire in barella.

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