Finalmente la chirurgia dell’anca si prende una pausa dal medioevo

Finalmente la chirurgia dell’anca si prende una pausa dal medioevo

Finalmente anche in Italia il primo paziente è stato operato con la tanto decantata protesi d’anca rivestita in ceramica, l’innovazione europea approvata lo scorso luglio e sbarcata nella Capitale. L’intervento è stato eseguito da Alessandro Calistri, uno dei guru della chirurgia d’anca, docente e specialista in protesi ortopediche. Un povero romano di 47 anni, allergico al nickel (chi l’avrebbe mai detto?), ha finalmente potuto dire addio al fastidioso rivestimento metallo-metallo, quella vecchia reliquia che tra l’altro non è proprio adatta a tutti.

Secondo Calistri, “abbiamo operato un paziente che attendeva da anni questa rivoluzione”. Quale rivoluzione? La ceramica! Biocompatibile, rispettosa dell’osso e, sorpresa delle sorprese, addio titanio: ora la ceramica porosa si integra perfettamente con l’osso senza bisogno di alcun metallo che possa scatenare allergie. E cosa dire per tutte le donne che fino ad ora non trovavano taglie piccole? Nessun problema, perché il rivestimento in ceramica è persino personalizzabile in base alla conformazione anatomica della persona. Tre millimetri di ceramica che ricoprono “l’osso intatto” e ci fanno sognare la prima protesi “biologica” dell’anca. Se non è magia questa…

Questo gioiello chirurgico è arrivato al Paideia International Hospital dopo anni di ricerche e tentativi. Dietro la ceramica rivoluzionaria c’è la MatOrtho, che ha stretto un patto d’amore con la Biolox, specialista della ceramica per impianti medici. L’Australia aveva il primato, con l’approvazione dalla Therapeutic Goods Administration già nel novembre 2024. Da allora oltre 1.600 pazienti hanno già addobbato le loro anche con il nuovo rivestimento. E a chi osa ancora temere che questa ceramica si possa rompere, Calistri risponde secco: “La ceramica oggi è più dura del ferro”. Evviva, abbiamo superato il Medioevo!

Naturalmente, come ogni rivoluzione che si rispetti, bisogna formare i fedeli. Per questo la MatOrtho lancerà a breve corsi di formazione specifica per chirurghi che vogliano avvicinarsi al magico mondo del rivestimento in ceramica. Un’operazione che sembra complessa e che richiede “capacità tecniche” tanto sofisticate quanto rare; infatti pochissimi centri in Italia vantano oggi queste competenze. C’è da scommettere che la strada per la diffusione sarà lunga e cesellata da mille difficoltà.

Parlando della prossima grande kermesse del settore, ISTA 2025, che si terrà nella Capitale dal 17 al 21 settembre e riunirà ingegneri e ortopedici, con il duo di presidenti Stefano Gumina e proprio Alessandro Calistri, possiamo aspettarci un bel festival di autocompiacimento tecnologico. L’intervento sarà sicuramente il clou, anche se il messaggio è chiaro: “la ceramica può cambiare la vita di tanti giovani, essendo l’unico materiale davvero biocompatibile”. Dimenticando forse che l’ortodonzia già usa la ceramica da anni e non si è mai vista una rivoluzione mondiale del settore odontoiatrico, ma tant’è…

Quindi, per chi aveva perso le speranze o si rassegnava a convivere con allergie e metalli, ora c’è la celebre protesi in ceramica. Il treno è partito e, a quanto pare, questa volta non è un vagone fantasma. Salire o no? La scelta sembra obbligata, ma gli ostacoli a una diffusione rapida potrebbero essere tanti. Mantenere alta l’attenzione e non perdere il prossimo ISTA può essere la chiave per non restare fuori da questa “rivoluzione” tutta made in Europa… o quasi.

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