Finalmente aprono il semestre di Medicina: preparatevi allo spettacolo delle lezioni infinite

Finalmente aprono il semestre di Medicina: preparatevi allo spettacolo delle lezioni infinite

Lunedì, la rivoluzione annunciata per l’accesso a Medicina: addio al test nazionale, benvenuto semestre aperto.

Parte oggi il nuovo sistema per farsi strada nelle Facoltà di Medicina, quel ciclo di studi che da generazioni scatena sogni, ansie e qualche disastro organizzativo. Dopo aver messo da parte il classico test nazionale, simbolo di tensioni e impasse, ecco la geniale trovata del “semestre aperto”. A livello nazionale sono ben 54.313 i giovanotti e le giovani aspiranti al camice bianco che hanno fatto domanda per sedersi tra banchi e lavagne: una vera festa di numeri che farebbe impallidire anche gli organizzatori.

D’altronde, i posti disponibili quest’anno sono più di 24 mila, un bel 14% in più rispetto al 2024. Inevitabile pensare: “Si sta aprendo un mondo”.

All’Università Sapienza di Roma, tempio storico della sapienza con la maiuscola (o almeno così si spera), il semestre è scattato senza intoppi per i 5.131 studenti iscritti. Avevano persino paura che aule insufficienti avrebbero mandato tutto all’aria, ma guarda un po’: nessun caos, nessuna protesta, solo l’immancabile flusso di ragazzi diretti verso l’illustre ignoto degli esami.

Le lezioni, rigorosamente in presenza, si svolgeranno tra le ore 9 e le 13, e poi dalle 14 alle 16, nei cinque mitici Poli didattici identificati da colori che farebbero invidia a un arcobaleno studentesco: Polo Giallo, Polo Rosso, Polo Verde, Polo Rosa e Polo Celeste. E ogni povero studente può già controllare online a quale polo e aula è stato “assegnato”, come fosse una partita di Risiko accademico.

Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza, ha voluto rassicurare gli animi con la proverbiale diplomazia accademica:

“Il semestre aperto alla Sapienza è partito alla grande, con il 60% degli iscritti che sta giĂ  frequentando in aula. Mi piace ricordare che molti di questi studenti sono nati durante la pandemia e meritano un’esperienza formativa che non sembri un remake di un lockdown. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo salto qualitativo. Certo, perfezionamenti arriveranno nelle prossime settimane, ma la struttura organizzativa tiene botta e sta dimostrando ottima capacitĂ  di gestire i numeri.”

Ora, per chi si stesse chiedendo quanti spazi adibiti a lezioni siano stati messi in campo: ben 40 aule. La maggior parte, 25, è magata nella Città Universitaria, mentre altre tre si trovano a Latina, e non mancano nemmeno le due stanze dell’ospedale Sant’Andrea e una nel polo di Rieti. Non soddisfatti, i geni organizzativi hanno scovato pure 9 aule “riserva strategica” pronte a entrare in gioco al minimo segnale di disservizio tecnico o logistico. Insomma, sapienza e prudenza all’italiana.

Come funziona questo fatidico “semestre aperto”? Semplice: gli studenti devono seguire e superare tre insegnamenti, ciascuno da sei crediti formativi universitari (Cfu). I prescelti dall’alchimia accademica sono: Chimica e Propedeutica biochimica, Biologia e Fisica.

Al termine del semestre, gli esami saranno serviti sotto forma di prove di profitto, identiche su tutto il territorio nazionale e tutte spalmate nello stesso giorno, per evitare qualche fugace disparità o favoritismo degno di un reality show. E perché il mondo non è mai stato abbastanza generoso, gli studenti potranno usufruire di due appelli per superarle. Insomma, la navigazione verso la laurea in Medicina promette di essere un’avventura epica.

Preparatevi, perché il glorioso Università Sapienza ha delineato un piano didattico così meticoloso e innovativo da far impallidire pure le serie TV di fantascienza: il primo esame si svolgerà il 20 novembre 2025, seguito dal secondo il 10 dicembre 2025. Ogni esame? Una mini maratona di 93 domande totali, suddivise equamente tra tre materie del semestre aperto. Nel dettaglio: 15 quesiti a risposta multipla con cinque opzioni (indovinate un po’? Solo una è quella giusta, altrimenti che gusto ci sarebbe?) e 16 a completamento. Solo 45 minuti per destreggiarsi tra cotanta complessità. Zero stress, insomma.

Ah, e non è finita qui. L’attività didattica si struttura in tre “fasi” – perché noi adoriamo complicare le cose che potrebbero essere semplici – e ve le riassumo così, giusto per farvi capire con quale maestria il caos viene organizzato.

Fase 1, settembrina, tempo di accoglienza calorosa in ben 25 aule sparse per quella meraviglia urbanistica chiamata CittĂ  Universitaria. Ma relax: se proprio non vi va di uscire (o se il traffico romano vi ha giĂ  annientati), potete collegarvi da remoto – perchĂ© niente urla, niente caffè freddo, niente veri sbadigli che possano tradirvi. Le aule vengono genialmente suddivise in due categorie: le lussuose “Hub”, dove il docente si esibirĂ  dal vivo (perchĂ©, per quanto smart, un po’ di teatro è sempre meglio), e le “Spoke”, che ricevono la lezione in diretta tramite Zoom e permettono agli studenti di interagire via microfono, mica pizza e fichi! Certo, è tutto così semplice grazie a queste suddivisioni “geograficamente efficienti” che non solo mirano a ottimizzare lo spazio, ma anche a farvi sentire quel calore dell’aula condivisa… a distanza.

Per i fortunati studenti delle sedi esterne – come il polo di Latina, Sant’Andrea e Rieti –, le cose si complicano ulteriormente: loro avranno solo aule “Spoke”, vale a dire meravigliose stanze dove si guarderĂ  il docente remoto, ma niente paura, ognuno ha anche la propria aula nella CittĂ  Universitaria. PerchĂ© come dice il detto: meglio avere due posti dove sentirsi un po’ fuori luogo, che solo uno.

Nella Fase 2, furbescamente prevista per ottobre 2025, si applicherĂ  il sistema della “frequenza a rotazione”, una sublime trovata degna delle migliori discoteche: prenota il tuo turno per venire in presenza, se riesci. Nel frattempo, le lezioni saranno trasmesse in streaming sincrono, che a quanto pare è il nuovo mantra didattico.

Fase 3, bingo! Novembre sarà dedicato a quelle simpatiche attività quali tutorati, esercitazioni pratiche e preparazione più o meno frenetica per gli esami di novembre e dicembre. Il tutto rigorosamente online con sportelli digitali e webinar di approfondimento, perché se non ti vedi almeno in pixel non si può davvero studiare.

Il lieto fine: la consolazione per i bocciati

Non preoccupatevi se la vostra posizione in graduatoria sarĂ  meno brillante di un tramonto romano d’agosto: l’UniversitĂ  Sapienza ha pensato proprio a tutto. Se non passate, potrete sempre iscrivervi a un corso affine tra una lista che sembra un menĂą di pizzerie: Scienze Biologiche, Biotecnologie, Biotecnologie Agro-Alimentari e Industriali, Farmacia (il celebre corso magistrale a ciclo unico), Chimica e tecnologia farmaceutiche a Roma e Latina, e, dulcis in fundo, ben undici corsi nelle Professioni Sanitarie sparsi in piĂą di trenta sedi! Troverete esotici indirizzi come Infermieristica, Assistenza sanitaria, Ortottica, Podologia, Tecniche audiometriche e addirittura Terapia occupazionale. Insomma, il paradiso della varietĂ  didattica — se non ci riesci con la tua prima scelta, pazienza, almeno c’è qualcosa da fare.

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