Fina legge l’ennesima lamentela di Alemanno dal carcere mentre il Senato si crogiola nel fresco dell’aria condizionata

Fina legge l’ennesima lamentela di Alemanno dal carcere mentre il Senato si crogiola nel fresco dell’aria condizionata

«Qui si muore di caldo, ma la politica dorme con l’aria condizionata». Ecco il sunto perfetto della situazione a Rebibbia secondo il senatore Michele Fina del PD. Durante il dibattito sulla riforma della separazione delle carriere, ha deciso di mettere tutti di fronte alla dura realtà leggendo qualche pagina del diario di Gianni Alemanno. Sì, proprio lui, l’ex sindaco di Roma e carcere duro di Alleanza Nazionale, protagonista di un racconto agghiacciante sul calvario quotidiano dei detenuti nel carcere romano, sottoposti al duo infernale di sovraffollamento e temperature africane.

Michele Fina ha motivato la sua strana scelta dichiarando di voler leggere «le parole di un avversario politico», un avversario «da cui mi sento lontano». Insomma, un raro momento di comunione politica nel segnalare una condizione carceraria da incubo, dove la vita dietro le sbarre si trasforma in una vera e propria tortura, aggravata da un caldo insopportabile.

Chi avrebbe mai detto che un esponente di Alleanza Nazionale potesse diventare la voce più sincera nel denunciare un’emergenza ignorata da chi oggi siede nei banchi del governo? Nel diario, Alemanno descrive con crudezza il degrado e la sofferenza causati dall’afa torrida che si aggiunge a sovraffollamento e carenze strutturali. Un quadro così fosco che dovrebbe far riflettere chi invece continua a dormire sonni tranquilli climatizzati da lobby e interessi di partito.

Quindi, mentre il dibattito politico va avanti con la solita pantomima sulla separazione delle carriere, fuori dalle aule parlamentari c’è un carcere che sembra più un forno. Un “forno” che mette in fila una collezione di scandaletti e drammi umani dimenticati, perfettamente ignorati da quella stessa politica che farebbe finta di stare al fianco dei diritti umani e della dignità.

In conclusione, se volete sapere come si muore d’estate in risposta alla “grande riforma”, andate a leggere il diario di un uomo politico che pochi avrebbero mai immaginato essere un campione di verità sul tema carcere. Nulla di sorprendente in un Paese dove il caldo lo accende solo chi vorrebbe vedere tutto bruciare… tranne che nelle loro comode stanze con l’aria condizionata.

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