Posizionamento globale, affari scintillanti, formazione e networking super affollato: questi i “giurati” pilastri su cui si regge l’edizione di settembre di Vicenzaoro. La fiera internazionale della gioielleria, oreficeria e orologeria si conclude oggi con un impietoso +3% di compratori rispetto all’edizione di gennaio 2024, un dato che – sorpresa! – richiama a Vicenza tutta la filiera del luccicante mondo del gioiello.
Vicenzaoro si conferma campione del posizionamento internazionale, affilando la lama soprattutto sui mercati chiave dell’export: gli Stati Uniti mostrano un modesto +2%, ma gli Emirati Arabi si esibiscono in un applaudibilissimo +21%. Se non bastasse, a deliziare questo caleidoscopio di visitatori ci pensano ben 130 Paesi, tra cui spiccano la Spagna, la Francia e la Germania come protagonisti delle migliori presenze straniere. Degno di nota, il doppio raddoppio dell’Australia e un’incredibile crescita di visitatori da Cina, Hong Kong, Giappone e Brasile. E come ciliegina sulla torta, un’entrata in scena da protagonisti di ben 15 nuove nazioni, tra cui Bolivia, Madagascar, Macao, Mozambico, Nicaragua e Repubblica Dominicana – perché non bastano mai le sorprese geografiche nei meeting del lusso.
Con oltre 1.200 espositori, di cui il 60% rigorosamente italiani, provenienti da 30 Paesi diversi, Vicenzaoro September ha staccato il cartellino del sold out senza battere ciglio. Nonostante l’aria pesantemente rarefatta della geopolitica, la fiera è riuscita ancora una volta a fare la voce grossa con una proposta di filiera completa – ovvero, un’offerta che seduce tanto quanto la fama del cantiere in corso nel quartiere fieristico, che pare funzionare regolarmente nel suo massacrante cronoprogramma.
A far da ponte tra domanda e offerta, i 605 buyer “ospitati” grazie a un’ingegnosa campagna di incoming targata ICE Agenzia, provenienti da 63 Paesi. Al podio, naturalmente, gli immancabili Stati Uniti, gli Emirati Arabi e la Francia – perfettamente in linea con il già citato podio dei mercati prioritari. E chi pensa che la complessità logistica possa fermare gli scambi, si dovrà arrendere all’efficienza della collaborazione tra IEG e la direzione locale, che ha garantito un’esperienza interna più lineare di quanto ci si potesse aspettare – persino in cantiere.
La formazione? Più un viaggio nello spazio siderale che un semplice seminario
Vicenzaoro September non è solo una passerella di diamanti e vagiti di nuovi metalli preziosi, ma una vera e propria piattaforma formativa a 360 gradi. L’evento sa interpretare l’ambiente mutevole e infido in cui l’industria del gioiello si muove oggi – e, francamente, per capirlo serve più che una semplice passeggiata nei padiglioni. Occorrerebbe attraversare “infinite distanze”, parole che pesano come un cippo.
Proprio a pochi metri dagli stand, un ricco calendario di appuntamenti ha raccontato il cambiamento epocale che scuote le tendenze e disegna prospettive future. L’evento clou? La tre-giorni di The Vicenza Symposium, ospitato nella celebre Basilica Palladiana, cuore pulsante di Vicenza. Qui si sono dati appuntamento scienziati e tecnici delle tecnologie di lavorazione dei metalli preziosi provenienti da 15 Paesi, tutti pronti a scambiarsi idee e sguardi di fronte a una comunità internazionale che sembra costruita ad hoc per un film di fantascienza industriale.
Dopo il chiasso del business in fiera, Vicenzaoro si è trasformata in un’elegante occasione per rinsaldare la rete di contatti, tra palazzi storici e gemme architettoniche che non sfigurano neanche sotto la luce più sfavillante. Il programma di eventi del ViOff, organizzato con la collaborazione del comune, ha regalato un’esperienza degna di un vero soggiorno da vip, aggiungendo un tocco di magia italiana al lungimirante capitalismo del gioiello.
Ah, IEG e la sua eterna abilità di trasformare la semplice passione per gioielli e orologi vintage in un trionfo di eventi e chiacchiere. Questa volta, con la sua edizione di settembre, VO Vintage non si è limitato a ripetersi: ha raddoppiato il successo, amplificandolo come se fosse un potente amplificatore vintage anni ’70. Quattro giorni immersi nella magnificenza scintillante di gioielli d’altri tempi, con il pubblico – tra appassionati e collezionisti – che si è lasciato incantare senza fiatare. Perché, si sa, nulla dice “interesse genuino” come parlarsi addosso in eventi e talk a profusione, giusto?
Naturalmente, l’esercito di partner strategici e istituzionali non poteva mancare a questa parata di eleganza e interesse. Da MAECI a Agenzia ICE, pronti a portare buyers da mercati “chiave” (termine vagamente misterioso, che certo non include il supermercato sotto casa), fino alle immancabili sigle internazionali come CIBJO e GJEPC India, passando per le associazioni orafe che suonano come un’enciclopedia del settore: Confindustria Federorafi, Confartigianato Orafi, Confcommercio Federpreziosi, e chi più ne ha più ne metta. Non potevano certo mancare le rappresentanze istituzionali delle regioni Siciliana e Campania, perché senza un po’ di politica, quale mondanità sarebbe?
Un’agenda da fare invidia
Se avevate capito che la festa si fermava a settembre, vi siete sbagliati alla grande. La “Jewellery Agenda” di IEG è una maratona, una specie di giro del mondo in dieci tappa con gioielli, gemme e tecnologia. Il prossimo appuntamento è al JGTD – Jewelry, Gems and Technology di Dubai, dall’11 al 13 novembre. Ovviamente, per non perdere il filo nel caos internazionale, l’industria italiana si ritroverà nei suoi “distretti produttivi”: con il Valenza Gem Forum il 10 ottobre, e il prestigiosissimo Summit del Gioiello Italiano ad Arezzo il 4 e 5 dicembre. Come ciliegina sulla torta, e per non farci mancare nulla, torna Vicenzaoro January dal 16 al 20 gennaio 2026, aprendo la stagione fieristica internazionale con una novità da non perdere: la prima edizione dei VO Awards. Finalmente, designer e aziende espositrici potranno vantarsi di qualche riconoscimento di prestigio. O, quantomeno, di un bel trofeo da mettere in vetrina.
In conclusione, un evento che più patinato e controllato non si potrebbe: con così tanti partner, sponsor e istituzioni coinvolti, possiamo solo aspettarci che il glamour e l’efficienza raggiungano livelli stratosferici… o almeno che qualcuno rida sotto i baffi, osservando il solito carosello di lustrini, talk autoreferenziali e tanta, troppa pomposità. Ma, d’altronde, chi siamo noi per giudicare? Dopotutto, i gioielli devono brillare, anche se spesso a riflettere sono solo le luci dei riflettori.