E mentre tutti aspettavano con il fiato sospeso i numeri del secondo trimestre, Ferrari ha pensato bene di consegnare una performance superiore alle più rosee aspettative di 367 milioni. Non proprio male, vero?
Benedetto Vigna, il CEO che non perde occasione per ribadire la grande strategia aziendale, ha sparato parole all’insegna della fiducia: un «percorso di sviluppo visibile e convinto» che sembra il manifesto della melodia eterna dei manager di successo. Durante il Capital Markets Day, ha dipinto un quadro a tinte forti per il futuro di Ferrari, con piani di crescita sostenibile fino al 2030.
Benedetto Vigna ha detto:
“Continuiamo a procedere con convinzione e forte visibilità sul nostro percorso di sviluppo. Al nostro Capital Markets Day, abbiamo tracciato una traiettoria chiara nell’interesse a lungo termine del nostro marchio, ponendo le basi per una crescita sostenibile verso il 2030.”
Una dichiarazione degna di un film hollywoodiano… peccato che, appena qualche giorno prima, Ferrari abbia toccato il fondo, raccogliendo il peggior crollo mai visto in borsa. Il 9 ottobre, il valore delle azioni è piombato del 15,4%, chiudendo a 354 euro, il calo più radicale dalla quotazione al listino di Milano nel 2016. Imbarazzante, no?
A quanto pare la tanto celebrata “growth story” non è così indistruttibile come vogliono farci credere. Tra proclami sul futuro e realtà nel presente, c’è un abisso che qualche investitore meno ingenuto ha ben notato. Ecco a voi il magnifico show delle auto di lusso italiane: splendore da ridere.
