Femminicidio Matteuzzi: la psicologa Manuela Bargnesi in tribunale per aver ‘distrutto’ Alessandra con un video su TikTok

Femminicidio Matteuzzi: la psicologa Manuela Bargnesi in tribunale per aver ‘distrutto’ Alessandra con un video su TikTok

La vicenda di Manuela Bargnesi continua a far discutere, con i familiari di Alessandra che decidono di intraprendere azioni legali contro di lei. Cosa ha fatto, chiedete? Semplicemente ha definito Alessandra «figura abusante», come se il suo ex fidanzato, Giovanni Padovani, condannato all’ergastolo, avesse bisogno di ulteriori giustificazioni per il suo gesto.

Già, perché le dichiarazioni di Bargnesi le erano costate un procedimento disciplinare. Ma non preoccupatevi, ha fatto ricorso. E, naturalmente, tutto è ben giustificato: la Procura di Ancona aveva pensato bene di chiedere l’archiviazione, sostenendo che i familiari di Matteuzzi non potessero denunciare la psicologa. Solo dopo l’insistenza dei familiari, il gip ha ritenuto obbligatorio procedere con l’imputazione coatta. Ironico, vero?

Ora Bargnesi dovrà difendersi in sede penale, grazie alla brillante decisione della pm Irene Bilotta. E chi la difende? Non potevano mancare gli avvocati Gaetano Puma e Maurizio Lorenzini, un’accoppiata che promette scintille. Nel mentre, Bargnesi ha seguito il caso di Padovani con colloqui in carcere. Ma non preoccupatevi, non era per interesse, ma per avvertire i giovani sui pericoli del mondo. Peccato che i suoi video su TikTok non sembrano avere quel tono educativo tanto nobile.

Adesso toccherà a un giudice stabilire se le affermazioni di Bargnesi abbiano effettivamente ledere la dignità di Alessandra e della sua famiglia. Una vera corsa sul filo del rasoio della legalità, dove le parole possono essere armi letali.

Ma non è tutto! Altri otto “hater” dei social si trovano a processo a Bologna per gli insulti rivolti alla vittima. Agghiacciante! Un nono indagato ha trovato un accordo extragiudiziale e ha risarcito, perché evidentemente il giusto prezzo per un insulto è sempre negoziabile. E mentre Padovani continua a scontare la sua pena per omicidio pluriaggravato — ah, la giustizia, quel concetto così sfuggente! — una perizia psichiatrica ha confermato che non era affatto matto. No, decisamente, era solo un omicida calcolatore. Strano come funziona, giusto?

Insomma, ci si potrebbe chiedere, cosa ci riserverà il futuro per tutte queste personalità coinvolte? La risposta è semplice: un interessante spettacolo di paradossi legali e morali. Bravo, società, continua così!

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