Ex sindaco di Impruneta fa la vittima: preso a seggiolate nel cuore di Firenze, la solita storia da non credere

Ex sindaco di Impruneta fa la vittima: preso a seggiolate nel cuore di Firenze, la solita storia da non credere

Ah, la magnifica serata nel cuore pulsante di Firenze, dove un aperitivo tra amici si trasforma in spettacolo da baraccone per pochi intimi. Succede a Alessio Calamandrei, ex sindaco del Pd di Impruneta, che si ritrova vittima di un’aggressione degna di una soap opera mal scritta, proprio in via Martelli, a due passi dal celeberrimo Duomo. Un episodio che ha tutto il sapore dell’assurdo, condito da cassonetti rovesciati, bottiglie volanti e, naturalmente, la classica inefficienza di chi dovrebbe garantire sicurezza ma si limita a fare da spettatore.

Il racconto? Da manuale del caos urbano: si esce per un innocuo aperitivo, quando un “umano” in stato di grazia decide di scagliarsi contro il portone della chiesa di San Giovannino dei Padri Scolopi con una bottiglia. Vetro che esplode, cestini dell’immondizia come birilli da bowling e urla degne di una sceneggiatura berlinese. Naturalmente, la reazione del nostro protagonista è quella di chiamare il 112, perché evidentemente serve la polizia per calmare il selvaggio cittadino in preda a una crisi di nervi.

Ma ecco il colpo di scena: appena l’aggressore realizza di essere controllato, sfodera una reazione degna di un film horror anni ’80 e scatta l’attacco. Sedie, sì, proprio le sedie da tavolino di Eataly, diventano armi letali nelle mani dell’esagitato che colpisce Calamandrei sulla schiena e sul gomito, lasciandolo con quella che il medico gentile ha definito una “prognosi di sette giorni”. Ma indovinate un po’? Il nostro eroe dell’aperitivo non è finito nella più remota oscurità: dopo meno di un’ora, l’aggressore è di nuovo lì, come se nulla fosse, immortalato da un barista incurante nella medesima via Martelli.

Che meraviglia di gestione della sicurezza nel centro storico fiorentino, dove questa è solo la punta dell’iceberg di una realtà fatta di risse, degrado e una “malamovida” che sembra più un cocktail di inciviltà e disattenzione istituzionale. Calamandrei non può che riconoscere la drammatica inefficacia di un sistema che chiede ai cittadini un impegno che poi non mantiene. E ammette, con una punta di disillusione e forse anche un pizzico di sfida, che la prossima volta o risponderà con due pugni o farà finta di niente, segnalando così la solitudine di chi prova a restare civile in un teatro di ordinaria follia.

Però, aspetta, non tutto è perduto! Tra i rifiuti gettati e le urla agitate, quattro giovani con il senso civico ancora intatto si prendono la briga di rimettere a posto i cestini rovesciati, senza bisogno di applausi o microfoni. Un gesto così semplice che quasi sembra rivoluzionario in questo scenario surreale, l’unico barlume di speranza in un contesto altrimenti dominato dalla rassegnazione. Forse c’è ancora una scintilla di futuro, o forse è solo un’illusione ben confezionata. Intanto, la movida insicura di Firenze continua a fare il suo spettacolo.

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