Come per magia, seguendo il copione previsto dall’articolo 72(3) del Regolamento del Parlamento, i nostri impavidi deputati metteranno mano alle modifiche nella prossima plenaria di Bruxelles, il 13 novembre. Dopodiché, saranno pronti per un ballo lento con i governi dell’UE, che, guarda un po’, avevano già fissato la loro posizione il 23 giugno. Il gran finale? Finire la legislazione entro la fine del 2025. Ovviamente, proprio in tempo per aggiornarla nuovamente nel 2026.
Uno sforzo titanico per semplificare le complicazioni
In realtà, stiamo solo parlando di alleggerire – mica tanto – gli obblighi di rendicontazione della sostenibilità e di due diligence, in modo da non affogare le aziende sotto montagne di carta. Una vera e propria impresa erculea volta a snellire l’agenda amministrativa, inserita nel pacchetto “Omnibus I” di semplificazioni che la Commissione Europea ha gentilmente proposto il 26 febbraio 2025. Insomma, una semplificazione sulle semplificazioni, o meglio, la promessa di non rendere tutto più difficile proprio adesso.
Naturalmente, non va dimenticato che queste semplificazioni arrivano a seguito di un’applicazione fin qui drastica e ritardata degli obblighi stessi, che hanno fatto sospirare e imbufalire molte imprese, già stremate dal labirinto regolatorio. È bello sapere che la monumentalità della burocrazia europea è sempre una pedana per nuove follie legislativi.
Quindi, mentre ci prepariamo a un altro round di votazioni e discussioni ad oltranza, ricordiamo che, alla fine, lo scopo dichiarato è di completare il quadro normativo entro fine 2025, dopo aver reso tutto un pochino più digeribile (ma senza esagerare, s’intende!). Del resto, cosa sarebbe la vita senza un po’ di complicazioni burocratiche da risolvere con altre complicazioni burocratiche?



