Estate, tempo di relax e di una calura che stravolge ogni equilibrio alimentare: i piĂą piccoli, protagonisti involontari di questo reality show chiamato vacanza, affrontano una sfida epocale tra gelati, bibite zuccherate e un appetito che fa le bizze. La dieta dei bambini si trasforma piĂą che altro in una missione disperata per i genitori, che tentano di mantenere una parvenza di normalitĂ tra capricci e sonnellini sballati. Insomma, se il caldo fosse una dieta, sarebbe quella del caos totale.
I pediatri dell’ospedale Bambino Gesù di Roma ci raccontano come l’estate, lontana dalla routine scolastica, diventi spesso un terreno minato per le buone abitudini alimentari dei bambini. Lappetito cala, le bevande fredde zuccherate aumentano – e di molto –, la colazione viene snobbata, così come frutta e verdura. Per non parlare dell’invasione quotidiana di gelati che si trasformano più in un’abitudine compulsiva che in un premio gustoso. In sintesi: il benessere vacilla nell’afa estiva.
Per regalare una tregua a tutta la famiglia e far sì che l’estate non sia solo sinonimo di “sopravvivenza”, i pediatri suggeriscono di seguire qualche regola semplice, ma a quanto pare quasi eroica se si hanno piccoli in casa.
Partendo dai piĂą piccini, quelli sotto i due anni: l’appetito in calo è il re della scena, e il caldo non ne facilita certo il ritorno. Qui la priorità è una sola e si chiama liquidi. Chi ha la fortuna di poter continuare ad allattare deve farlo senza riserve, visto che solo il latte materno copre tutti i fabbisogni fino ai sei mesi – ma chi è fuori da questa fascia si ritrova a dover arringare un piccolo scettico davanti al biberon, spesso rifiutato. Per questi casi, un piccolo trucco: offrire il latte artificiale fresco, un po’ “macchiato” con orzo se ha piĂą di sei mesi o qualche cucchiaiata di yogurt fresco adatto all’etĂ . Un aperitivo niente male, no?
Ogni bambino ha il suo ritmo, e in estate questo ritmo si trasforma spesso in un lento tango tra voglia di mangiare e riflusso di interesse per il cibo stesso. Se rifiutano più del solito la pappa, nessun dramma: meglio insistere senza forzare, proponendo magari un brodo vegetale – singola verdura diversa ogni giorno e servita fredda – per stuzzicare la curiosità e ottenere qualche cucchiaio in più senza mettere in crisi nessuno. Se poi non finiscono, nessun problema, l’importante è non trasformare il pasto in un campo di battaglia.
Superato l’anno d’età , l’ideale sarebbe proporre pasti che si avvicinino il più possibile a quelli di casa, ricordando che sale e zuccheri semplici sono nemici da tenere lontani. La cottura a vapore diventa l’eroe silenzioso della tavola estiva, preservando colori, sapori e – diciamolo pure – la dignità alimentare dei piccoli gourmet in erba.
Inutile negare che tra i due e i quattro anni tutti i bambini attraversano la fase del “non voglio”, un capitolo che sarebbe quello da studiare nelle università per capire come si gestiscono i piccoli tiranni a tavola. L’estate tende a peggiorare questa situazione, con preferenze alimentari che si fanno sempre più bizzarre e regole alimentari che diventano più elastiche delle mutandine di un ginnasta olimpico.
Un consiglio? Ricordate che l’estate non deve diventare un pretesto per abdicare alla responsabilità di garantire una dieta bilanciata. Tra un gelato e una bibita zuccherata, sarebbe fantastico riuscire a infilare qualche porzione di frutta e verdura, possibilmente di colori diversi. Perché sì, il colore nel piatto non è solo una questione di estetica, ma un piccolo trucco per invogliare i bambini a masticare un po’ di salute.
In poche parole, se il caldo estivo è un nemico dichiarato dell’appetito, la creatività e la pazienza diventano gli alleati indispensabili per evitare che i bambini finiscano per sopravvivere a suon di zuccheri e acqua colorata. L’obiettivo? Mantenere il buon senso e la buona salute, senza trasformare le vacanze in un incubo alimentare.
Così il caldo, unito alle abitudini vacanziere, diventa la grande prova per famiglie e pediatri: sopravvivere all’estate, mantenere le buone abitudini e, magari, scoprire che anche con il termometro alle stelle si può stare bene. Non male come sfida, no?



