Emiliano bocciato e Decaro che gioca a cuore di pietra: politica o soap opera in salsa pugliese?

Emiliano bocciato e Decaro che gioca a cuore di pietra: politica o soap opera in salsa pugliese?

Michele Emiliano, il governatore della Puglia, ha scelto Roma come teatro per sferrare il suo ennesimo attacco in un incontro riservato, dove non ha risparmiato frecciate all’europarlamentare e candidato predestinato per le prossime Regionali, Antonio Decaro. Secondo Emiliano, quest’ultimo sarebbe stato al corrente di tutto e gli avrebbe persino promesso supporto. Ah, le belle amicizie politiche!

In un momento in cui il Partito Democratico si squassa come un castello di carte sotto una brezza leggera, Emiliano si è lasciato sfuggire parole che sembrano uscite da una telenovela politica, tutte focalizzate sulla sua candidatura a consigliere regionale. Naturalmente, il principale oppositore di questa ipotesi è proprio Decaro, che sembra non gradire la presenza ingombrante di Emiliano nel Consiglio.

Prima di buttarsi in questa battaglia interna, Emiliano era appena uscito da un confronto con il ministro Urso sul destino dell’ex Ilva. Dopo aver informato i vertici del Pd, ha deciso di sottolineare in modo abbastanza teatrale, secondo quanto riportato da qualche fortunato presente ascoltando di persona, il suo sconforto verso Decaro.

Il governatore ha espresso senza mezzi termini il suo stupore verso un atteggiamento che definisce quasi surreale. Perché, diciamolo, a Decaro proprio non va giù la presenza in Consiglio non solo di Emiliano, ma anche di Nichi Vendola, altro ex governatore ben noto per il suo carisma – per non parlare del fatto che entrambi sono rispettabilmente oltre i 65 anni. Paura dei “vecchietti”, forse?

Emiliano ha osservato sarcastico:

“Non capisco di cosa possa aver paura Antonio. È stato presidente dell’Anci, ha discusso e concordato il Pnrr con Draghi, ha preso mezzo milione di preferenze alle Europee. Avere paura di me e di Vendola, due sessantenni, è semplicemente ridicolo. Per me questa sua pretesa non ha nulla di politico.”

Per chi vuole vedere un complotto ovunque, Emiliano azzarda anche una lettura della sua presunta paura: autonomia. Forse Decaro vorrebbe danzare da solo sul palco politico senza fastidiosi partners?

Emiliano ha rinfrescato la memoria a chi l’avesse dimenticato:

“Da presidente della Regione, ho permesso a Decaro di schierarsi liberamente con Renzi al congresso nazionale del Pd, nel quale io ero candidato segretario. Mai ho interferito nelle sue scelte. E ora, lui mi sta portando a una situazione umanamente allucinante. La sua disumanità è a dir poco incomprensibile.”

Insomma, mentre il Pd sembra più un campo di battaglia da bastonate verbali, Emiliano si atteggia a vittima sacrificale dell’ostilità del suoi compagni di partito. Peccato che la favola della politica abbia la pessima abitudine di finire sempre con un colpo di scena che svela quanto tutto questo teatrino sia meno eroico e più meschino di quanto si vorrebbe far credere.

Parole pesanti come macigni, ovviamente, la cui spiegazione si nasconde nella squisita cronologia degli eventi secondo la versione del governatore. «Ho spiegato chiaramente da tempo che il terzo mandato non rientrava nei miei piani. Un anno fa, sì, ne parlai con lui e con l’attuale sindaco di Bari, Vito Leccese. Entrambi erano al corrente: volevo candidarmi. E indovinate un po’? Antonio non ha battuto ciglio, nessuna obiezione», ha dichiarato il buon governatore con tutta la tranquillità possibile.

Ma la sceneggiata non finisce qui. «Dopo qualche tempo — ha continuato — ci furono due riunioni con i più superbi dirigenti del PD in Puglia: i parlamentari Boccia, Pagano, Stefanazzi, Lacarra, il segretario De Santis e, naturalmente, Decaro. In entrambe le occasioni, Antonio rassicurò che mi avrebbe sostenuto. Peccato, solo l’ultimo mese ha portato una metamorfosi degna di un thriller politico.»

Ed ecco la parte che rende tutto più… umano, se vogliamo definirla così. «Io — ha affermato Emiliano — mi sono esposto, ho annunciato pubblicamente la mia candidatura, ho cominciato la campagna elettorale. Se Decaro aveva qualcosa da ridire, non avrebbe forse dovuto farlo qualche tempo fa e non ora che si fa il duro?»

Ecco la brillante proposta: perché non assegnare all’ex governatore un invidiabile posto da assessore esterno, così da farlo attendere comodamente l’elezione parlamentare del 2027? «Ne ho già parlato con Decaro,» ha svelato lui stesso, «e l’ho avvertito che i pugliesi non gradirebbero di certo pagare uno stipendio per un assessore che non lavora davvero.» Traduzione: l’ex presidente può tranquillamente accontentarsi di assessorati da cui non dipende quasi nulla.

Ma non è finita qui: secondo chi ha ascoltato il governatore, c’è un altro dettaglio da non sottovalutare. «È ormai noto che aspetto una bambina (sì, la sua campagna elettorale dovrebbe partorire in autunno, per la cronaca). Ho bisogno di rimanere in Puglia. Viaggiare avanti e indietro da Roma? No, grazie, non fa per me.» Morale della favola: pare proprio che la candidatura parlamentare non sia nelle sue priorità.

In qualunque modo la si giri, le conclusioni dell’illustre Emiliano si trasformano in un severo monito lanciato ai suoi interlocutori: «Antonio ha gentilmente declinato l’invito a fare il segretario regionale del PD quando gliel’abbiamo chiesto. Poi si è giocato la resistenza prima di tuffarsi nella corsa a sindaco di Bari. Ora? Ancora resiste. Ma ascoltate bene: se davvero non vuole candidarsi a presidente di Regione, almeno non usi me o Vendola come scudi per trovare scuse e tirarsi indietro.»

Il clima? Incandescente, naturalmente. Una triste consuetudine nel PD. Ma, come sempre, eccoci al momento di indossare il cappello da pompieri: domani sarà una nuova giornata di fiamme e cenere politiche.

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