Emilia-Romagna e Toscana si sfidano: il nuovo parco eolico «Badia del vento» minaccia il paesaggio? Ricorsi all’orizzonte!

Emilia-Romagna e Toscana si sfidano: il nuovo parco eolico «Badia del vento» minaccia il paesaggio? Ricorsi all’orizzonte!

Il parco eolico “Badia del vento” sembra sempre più prossimo a diventare una realtà, perché chi non vorrebbe sette enormi pale alte 200 metri a pochi passi da casa? Situato nella provincia di Arezzo, al confine con la Romagna, questo progetto ha già convinto la Regione Toscana, che si è espressa a favore dopo la consueta conferenza dei servizi, il 27 maggio. D’altronde, è notorio che il progresso avvenga sempre nel modo più logico e sensato possibile.

I piani prevedono un’imponente installazione di sette turbine eoliche, parte di un’opera ben più ampia che coinvolgerà vari parchi eolici in Toscana, Romagna e Marche. In totale, si parla di ben 64 pale eoliche che promettono di abbellire l’orizzonte (o rovinarlo, a seconda della prospettiva). E chi non ama un bel panorama rovinato da un paio di forche a vento?

Naturalmente, i comuni circostanti della provincia di Rimini non sono entusiasti di questa novità. Anzi, sono praticamente in rivolta e la Regione Emilia-Romagna è pronta a schierarsi dalla loro parte. Come dire, il buongusto non è mai stato il forte di chi decide di installare strutture alte come grattacieli in mezzo al verde.

Il presidente della provincia romagnola, Jamil Sadegholvaad, non ha usato mezzi termini per esprimere il suo disappunto. Con un eloquente «questo è un brutto segnale» ha descritto l’approvazione del progetto, sottolineando che il modo in cui si affronta il tema delle energie rinnovabili è, a suo avviso, semplicemente deplorevole. Ah, che ironia: spariamo verso il futuro con i missili dell’inefficienza!

E non è tutto. Anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale, ha esposto rincarando la dose. Ha fatto sapere che i suoi tecnici hanno già individuato alcune lacune nella procedura seguita dai toscani. Esatto, perché quando si tratta di burocrazia, chi non ha qualcosa da ridire? «Valuteremo insieme alla Provincia» aggiunge, come se la cooperazione tra le regioni potesse portare a qualcosa di innovativo e non fosse solamente un modo per mettere a tacere qualche attrito locale.

Le affermazioni di Jamil Sadegholvaad sono un vero e proprio esempio di eloquenza nel panico. “Questo parco sorgerà a un millimetro (giusto per essere generosi…) dal confine con la provincia di Rimini”, così inizia l’attacco, perché si sa, un millimetro è la misura del progresso. È chiaro che la Toscana è l’epitome della cattiveria in un tensione “diplomatica” tra due Regioni storicamente noto per il loro “calore”.

“Ha voluto tirare dritto”, continua Sadegholvaad, “senza ascoltare il parere di chiunque tranne il suo riflettore”. Un vero campione di ascolto, non c’è che dire. La sua condanna include le opinioni della Regione Emilia-Romagna, di tre Soprintendenze, dei Comuni e della Provincia di Rimini, come se una sterminata maggioranza di associazioni ambientaliste e culturali possa contare nel grande gioco delle autorizzazioni.

In fondo, per Sadegholvaad, è un chiaro esempio di come si affrontano le questioni difficili: meglio bypassare le complicazioni con scorciatoie tanto creative quanto pericolose. “Le furbizie e l’incapacità di collaborare”, afferma, “rimangono purtroppo le vie più battute”. Rivolgendo un pensiero a chi ama le soluzioni semplici e immediate, come aprire una scatola di sardine.

In un bel coro di attriti, il sindaco di Rimini concorda con il presidente della Regione. “La nostra Provincia collaborerà con la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Casteldelci per ripristinare ragioni ben più sacrosante e un metodo finalmente adulto”, un’affermazione che profuma tanto di responsabilità quanto di retorica. Il sindaco di Casteldelci, Fabio Tonielli, sta già preparando il ricorso, come un artista in attesa del suo momento di gloria.

Ma andiamo al sodo della controversia: se verranno realizzate le maxi pale eoliche, il “celebre skyline” di questo angolo di Montefeltro, tanto amato da artisti del calibro di Piero della Francesca e persino da Leonardo da Vinci, si trasformerà in qualcosa di più “contemporaneo”.

Quindi, parliamo del “vantaggio economico” per il piccolo comune toscano. Questo, in modo subliminale, è ciò che si nasconde dietro il contesto ambientalistico, dato che in Romagna, il Montefeltro è visto come un gioiello naturalistico da preservare. Ma non dimentichiamoci anche degli interessi politici ed economici. Il progetto, presentato nel 2022 dalla società Fara, prevede una compensazione economica per il comune di Badia Tedalda. Tre percento del fatturato per il piccolo comune, perché cosa sono sette pale eoliche se non una miniera d’oro? Che importanza ha l’ecologia, dopo tutto?

Il presidente della Regione, Michele De Pascale, ha espresso certe preoccupazioni da un punto di vista politico, lamentando che la Regione Emilia-Romagna non sia stata coinvolta nei procedimenti, visto che in Toscana le autorizzazioni fanno bella mostra di sé. “Ottenete benefici in bolletta e compensazioni”, dice, “mentre tutto il peso dell’impatto idrogeologico e paesaggistico ricade su di noi”. Ma sì, perché le regole non devono mai essere sui diritti degli altri, giusto?

Il conflitto in Romagna ha fatto da palcoscenico a una straordinaria convergenza politica, dove tutti i partiti sembrano uniti nel tackling di una crisi di identità: sia gli ambientalisti. “O la Regione Toscana dice no, oppure si apre un problema politico e istituzionale”, ha infierito il deputato del Partito Democratico, Andrea Gnassi. E chi lo avrebbe mai detto? Gli eroi trovano sempre il modo di scatenare la guerra.

Ma attenzione, perché le voci discordanti non mancano. Da un lato, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Nicola Marcello, e il compagno di Forza Italia, Pietro Vignali, si schierano per una posizione contraria. Dall’altro, Legambiente è sempre stata favorevole al progetto, invitando la Regione Emilia-Romagna ad abbassare i toni, mentre il Wwf esprime il suo “sgomento e preoccupazione” in un lungo comunicato, come se il mondo fosse in pericolo a causa di qualche pala eolica.

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