Emilia-Romagna, due anni dopo il disastro: 20.000 firme e promesse di casse d’espansione, ma chi ci crede?

Emilia-Romagna, due anni dopo il disastro: 20.000 firme e promesse di casse d’espansione, ma chi ci crede?

Arrivati con le loro carriole, perché perché non sorprendere il presidente regionale Michele de Pascale con un po’ di sana ironia, i residenti di Faenza hanno consegnato un bel pacco di 20.000 firme raccolte fra gli alluvionati. Già, a due anni dall’alluvione che ha distrutto la Romagna, hanno deciso di farsi sentire di nuovo. È un po’ come un eco nel vuoto, ma chi lo sa, magari la politica questa volta risponderà!

Il governatore del Partito Democratico e il commissario straordinario Fabrizio Curcio hanno finalmente trovato il tempo per ascoltare le lamentele dei delegati del comitato Borgo Alluvionato negli uffici della Regione a Bologna. Un’ora di colloquio, che deve essere sembrata eterna per chi ha sperato in risposte concrete. E sul finale, de Pascale ha esclamato: “Accogliere queste firme è una grandissima responsabilità, ma… oh, aspettate un attimo, pensate di avere una speranza?”

Perché, come ha sottolineato il governatore, “se non hai fiducia che questa istituzione risponda, perché mai dovresti perdere tempo a raccogliere firme, giusto? Se hai firmato, evidentemente, dentro di te brilla una piccola speranza di cambiamento.” Ma con così tanti mesi di silenzio, questa speranza è più o meno come un unicorno, non credete?

“Spero di potervi restituire queste firme all’inaugurazione della prima cassa di espansione”, ha concluso de Pascale, rivolto ai membri del comitato. Sì, perché l’obiettivo della Regione è di realizzare la prima cassa di espansione entro il 2026. Rimanete sintonizzati per una maratona di burocrazia che potrebbe farci desiderare di avere un libro di fiabe a portata di mano, con tutte quelle belle promesse a pie’ di pagina!

“Se non ci saranno ulteriori intoppi burocratici”, afferma con entusiasmo, “il nostro sogno è avere i progetti nel 2025 e aprire i cantieri nel 2026”. Ma chi ha bisogno di certezze? de Pascale cavalca l’onda della determinazione, promettendo che farà “il possibile per far partire i lavori il prima possibile”. Geniale, vero? Forse dovremmo cominciare a stilare un elenco di tutte le opere di cui questa regione ha bisogno per i prossimi dieci anni, e sperare che non finiscano impantanati nello stesso pantano della burocrazia!

“Aspettiamo questo appuntamento”, hanno risposto i residenti di Faenza, presentandosi con le loro felpe gialle, una scelta stilistica che grida “speranza”. E mentre rappresentano le preoccupazioni di 20.000 concittadini, è chiaro che chiedono “messa in sicurezza” e si aspettano che non si perdano in chiacchiere e in perdite di tempo. Bravo, residenti, perché non esiste nulla di più efficace di una buona petizione per ottenere attenzione, anche se potrebbe sembrare che la risposta sia “ancora un momento, per favore” per i prossimi anni.

Il messaggio è semplice, ma chiaro: gli abitanti del faentino sanno che il rischio idrogeologico non si fa scrupoli, e che i tempi di ritorno sono cambiati da anni a mesi. “Il pericolo è ormai continuo”, ha affermato, con un sorrisetto che sottintende “così ci prendiamo gioco di voi”. Anche se, a buon intenditor, poche parole!

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