Ah, la Regione Emilia-Romagna, un faro di giustizia e morale. Dopo che il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha deciso che era tempo di interrompere ogni legame con il governo di Israele, ecco che il presidente Michele de Pascale ci fa sapere che seguirà l’esempio. Beh, che grande colpo di genio! Di certo, interrompere i rapporti con un governo che, a quanto pare, è in preda a una crisi di coscienza, risolverà in un batter d’occhio le complessità del conflitto.
Il nostro amato Michele de Pascale ha scritto una lettera, perché nulla dice “impegno sociale” come una missiva ufficiale. Vuole interrompere i legami con chiunque sia associato al governo, a meno che non dimostri attivamente una predisposizione a interrompere “il massacro in corso”. Ma chi potrebbe immaginare che il dialogo possa essere più efficace della diplomazia del silenzio? E vogliamo parlare della cooperazione con realtà israeliane di cui si era tanto vantata la Regione? Già dimenticata.
Ah, e che dire della giustificazione di de Pascale riguardo alle atrocità nella Striscia di Gaza? Certo, il massacro di civili è un evento drammatico, ma non sembra che basti a cambiare strategie. In effetti, utilizza la questione per giustificare una posizione ben distante dalla realtà, mentre ignora tutte le violenze sistematiche che stanno dietro a un conflitto di oltre settant’anni. Ma perché preoccuparsi dei dettagli quando ci sono headline accattivanti da inseguire?
Inutile dire che la posizione non è contro il popolo israeliano, ma sembra davvero che sia un modo per dire “guardate come siamo buoni”, mentre la vera Odissea umana continua a perpetrarsi. Certo, giustamente de Pascale ci tiene a ribadire che è contro l’attuale governo e non contro gli ebrei, perché, si sa, è sempre meglio marcare la propria inconfutabile buona coscienza.
E, ahimè, il finale è da premio Oscar: “Abbiamo sempre promosso la pace tra israeliani e palestinesi”. Davvero? E come? Forse scrivendo lettere o partecipando a qualche evento per avere un po’ di visibilità? E poi arriva la parte in cui si condannano le organizzazioni terroristiche come Hamas, perché nulla dice “amo la pace” come malignare su chi si oppone nella miseria. Certo, ancora una volta dimentichiamo che la pace non si costruisce sui proclami, ma su una reale volontà di risolvere un conflitto ultradecennale.
Ma non preoccupatevi, la Regione è anche “coerente” con i valori della Costituzione Repubblicana. Peccato che la coerenza sembri un vestito che non calza esattamente a pennello. In sostanza, tutti noi sappiamo che la vera guerra alla violenza inizia con la chiusura dei rapporti e le parole vuote, non con l’impegno concreto. Viva la pace, ma solo a parole!


