Il panorama politico attuale nel Comune di Pergine presenta un curioso paradosso: mentre in molti luoghi si fa fatica anche solo a presentare una lista, qui si contano addirittura tre candidati sindaco e 14 liste, per un totale di 290 aspiranti consiglieri. In vista del 4 maggio, tutti vogliono avere voce in capitolo nella terza città più grande della provincia. Ma tempo di introspezione: chi sono questi contendenti?
Il Rinnovamento di Carlo Pintarelli
Carlo Pintarelli, classe 40, si ritrova a dover raccogliere l’eredità della coalizione dell’ex sindaco Roberto Oss Emer, bloccato dalla nuova legislazione regionale sul limite dei mandati — un compito difficile, diremmo. Pintarelli, già assessore comunale all’agricoltura e con un passato nel privato, cerca di proporsi come il “portatore di rinnovamento” in un contesto apparentemente inafferrabile. Anche se, curiosamente, l’idea di rinnovamento potrebbe apparire un po’ conflittuale, considerata la continuità dei nomi e delle facce coinvolte.
L’assenza di Simboli Nazionali
La sua dichiarazione di non voler includere simboli nazionali né liste provinciali è piuttosto interessante: «La nostra è una squadra di persone, non di partiti» afferma. Ma ci si potrebbe chiedere: come si contraddice, in un certo senso, questa affermazione con il forte investimento politico in una coalizione pre-esistente? La continuità e il rinnovamento, messi insieme nel suo slogan, sembrano più una danza delicata che un vero cambiamento.
Progetti in Fase Embrionale
Parlando di opere realizzate negli ultimi dieci anni, Pintarelli sottolinea l’importanza di progetti come l’abbattimento del compendio ex Artigianelli e il rifacimento delle scuole medie Ciro Andreatta. Ma è lecito chiedersi: che valore hanno tali dichiarazioni se i progetti restano “in fase embrionale”? È come dire che abbiamo grandi idee… ma molto poco da mostrare. La traslazione della statale 47 per “ridurre l’inquinamento” suona come una promessa ambiziosa, quasi utopistica. Quante volte abbiamo sentito discorsi simili, svaniti nel nulla?
Dall’esterno, Pergine appare quasi come una meravigliosa illusione: tre candidati e una miriade di liste sembrano dipingere un affresco di attivismo, ma a che prezzo? Quello che risalta è la foresta di parole che si ALLINEANO per dare l’illusione di movimento. Gli elettori sono sempre più esperti e sfumati; non basta sciorinare numeri e progetti per attrarli.
Possibili Soluzioni al Paradosso
In ultima analisi, quali sono le soluzioni in vista di queste elezioni? Forse, un approccio genuinamente collaborativo tra i candidati potrebbe generare innovazione, oppure l’implementazione di un monitoraggio reale sui progetti avviati. Potrebbe sembrare radicale, ma – ironicamente – è proprio quello che spesso ci dimentichiamo: attuare promesse è l’unico modo per trasformare in realtà quelle parole altisonanti. Dopotutto, la storia insegna che molti sono i progetti che si perdono nel sottobosco della burocrazia.Le ipotesi di progetto risalgono al 2013, ma il candidato Pintarelli sostiene che ora sarebbe finalmente il momento giusto. In caso di ballottaggio, la sua posizione è chiara: «La mia attenzione ora è rivolta ad altro — spiega — Se si dovesse verificare, non mi serviranno compromessi. La prima cosa da fare è non ingannare l’elettore». Apparentemente, quindi, nessun accordo politico sarà intrapreso, nonostante dietro questa scelta si celino interessi più che nobili. La speranza è che, in un eventuale secondo turno, gli elettori del centrosinistra possano supportare la sua candidatura «in modo naturale», semplicemente perché condividono lo stesso avversario politico: il centrodestra.
I Contrasti della Nuova Era
Intanto, il centrodestra si schiera con Marco Morelli, un candidato che è una sorta di chiosa vivente delle contraddizioni politiche: dopo oltre venticinque anni nel mondo della grande distribuzione, si presenta forte di una carriera politica che lo ha portato in consiglio comunale per ben 15 anni, dieci dei quali da assessore. Adesso è sostenuto da ben sette liste: Fratelli d’Italia, Lega, Patt e altre civiche. Ma se si è chiusa una stagione, come indica Morelli, oltre a mantenere unita una coalizione, cosa significa realmente questo per gli elettori? «I partiti sono fondamentali — aggiunge — ma alla fine sono le persone che devono collaborare». Eppure, il suo passato nel centrosinistra non può certo essere dimenticato da chi ha vissuto le sue precedenti amministrazioni, creando una certa confusione tra le promesse e la realtà.
Populismo e Autonomismo
In questa arena politica, Alberto Frisanco emerge come il terzo candidato, portando avanti il centrosinistra composto da Partito Democratico, AVS e Campobase. Ma di cosa si sta realmente occupando l’Alleanza democratica autonomista, se non di praticare un populismo esercitato da entrambe le parti, tutte ansiose di combattere contro «ogni forma di populismo»? I cittadini meritano più di semplici giochetti di parole, specialmente quando si parla di problemi concreti come la gestione del traffico o la crescita della comunità. Quando si tratta di ristrutturare Palazzo Crivelli o acquisire l’Orto Fontanari, il beneficio immediato non è sempre chiaro e le garanzie parrebbero piuttosto vaghe.
Le Promesse e la Realtà
Le parole di Morelli sui temi da affrontare — la gestione del traffico e i progetti ambiziosi per Pergine — si scontrano con questioni antiche e nuove. Cosa serve un parcheggio interrato se, per cominciare, non si sa come affrontare il crescere della popolazione e le sue necessità? Le promesse allettanti sembrano disintegrarsi nel confronto diretto con i cittadini, i veri protagonisti delle loro scelte.
Possibili Soluzioni
Cosa possiamo concludere? Forse l’affermazione che «contare su un consenso naturale» non significa che la risposta elettorale sia garantita. I futuri politici di Pergine potrebbero considerare di migliorare la chiarezza nel comunicare ai cittadini ciò che intendono realizzare. Una comunicazione diretta, onesta e priva di linguaggio burocratico potrebbe colmare il divario tra ideali e azioni concrete. Ma, naturalmente, questi sono solo suggerimenti che dovrebbero far riflettere — raramente seguiti da azioni concrete.
Un’alleanza che pretende di crescere nei territori, partendo dai comuni: questa la visione di Frisanco, un uomo con un curriculum che spazia dalla riabilitazione all’insegnamento di fisioterapia e infermieristica all’Università di Verona, ma con una lunga carriera politica iniziata nel 2005. In un momento in cui il centrosinistra si trova di fronte alla crescente politica populista del centrodestra, emerge una proposta che, per quanto affascinante, solleva interrogativi: come può un’alleanza locale battere una coalizione nazionale? Naturalmente, Frisanco avanza una critica nei confronti della sua ex formazione, Oss Emer, accusata di non aver colto la necessità di unità nel combattere l’egemonia del centrodestra.
Politica e Contraddizioni
Il candidato alla carica di sindaco sostiene di guardare più al mondo civico, ma le realizzazioni politiche sembrano sempre più distantemente connesse con quello che si promette. Frisanco indica la giustizia ambientale, sociale ed economica come valori fondamentali, affermando che Pergine deve superare la mentalità dell’autosufficienza. Eppure, come si può costruire un’alleanza duratura quando si è incapaci di unire le forze locali contro un avversario comune? La dissonanza tra le parole e le azioni è palese quando si parla di cambiamento climatico e turismo. Promette di affrontare la sostenibilità attraverso un turismo che rispetti i territori, ma le esigenze pratiche sembrano avere sempre la priorità.
Turismo e Sviluppo Locale
La visione di un turismo lento e rispettoso è ammirevole, ma diventa amara se si considera che lo sviluppo della Panarotta è subordino a un campeggio, piuttosto che a una strategia di lungo periodo. La scelta di un core business legato al turismo invernale, le cui risorse sono limitate e cicliche, deve far riflettere: le prospettive di crescita elencate non bastano se non ci si allinea a una visione globale del mercato e delle necessità locali.
La Questione Universitaria
Un altro punto dolente è l’?università, che rappresenta un’opportunità preziosa per formare talenti e dare una spinta all’economia locale. Tuttavia, gli spazi progettati per i corsi di laurea a Villa Rosa restano inutilizzati. Questa inconsistenza tra promessa e realtà non fa altro che alimentare scetticismo sui veri piani strategici della politica locale.
Possibili Soluzioni o Solo Speranze?
In un contesto così intricato, le soluzioni si tramutano in una serie di interrogativi: come unire le forze senza sacrificare le identità locali? Come garantire un futuro più verde e sostenibile se le azioni concrete sono così ristrette? La retorica di Frisanco, sebbene accattivante, potrebbe rimanere un miraggio se non accompagnata da decisioni audaci e coerenti. Magari un cambiamento vero si potrebbe ottenere guardando ad esempio a come altre regioni affrontano sfide simili. Ma, chissà, sarà solo un’altra promessa da aggiungere al catalogo dei buoni propositi mai realizzati. La distanza tra teoria e pratica è sempre vasta: quale sarà il prossimo passo della comunità?