Ecco la soluzione miracolosa? Baxdrostat sembra sfidare l’ipertensione che nemmeno i farmaci tradizionali riescono a domare

Ecco la soluzione miracolosa? Baxdrostat sembra sfidare l’ipertensione che nemmeno i farmaci tradizionali riescono a domare
Baxdrostat rivoluziona il trattamento dell’ipertensione resistente con risultati sorprendenti e senza effetti indesiderati

Se pensavate che gestire l’ipertensione resistente fosse una lotta praticamente persa, preparatevi a ricredervi. Baxdrostat, il nuovo farmaco sperimentato in uno studio di fase 3, ha dimostrato di abbassare in modo significativo e costante la pressione arteriosa sistolica media, anche in quei pazienti ostinatamente “resistenti” a qualunque terapia.

Durante il Congresso della European Society of Cardiology a Madrid, sono stati presentati i risultati dello studio BaxHtn, che ha coinvolto malati con ipertensione non controllata o resistente. Non solo baxdrostat ha raggiunto tutti gli endpoint principali, ma ha segnato una differenza clinica concreta rispetto al placebo in appena 12 settimane di trattamento, con due dosaggi testati: 2 mg e 1 mg.

L’effetto sul valore della pressione sistolica seduta non è roba da poco: al dosaggio superiore si è osservata una riduzione assoluta di ben 15,7 mmHg rispetto al livello iniziale, e una diminuzione normalizzata per placebo di quasi 10 mmHg – risultati che, cari lettori, non capitano tutti i giorni. Il dosaggio più basso, 1 mg, si è difeso altrettanto bene con quasi 14,5 mmHg di calo assoluto. Nel frattempo, nel gruppo trattato con placebo, la pressione è scesa di “soli” 5,8 mmHg, giusto per dare un’idea del divario.

Ma non illudetevi: non si tratta di un esperimento con pazienti qualsiasi. Baxdrostat ha funzionato meglio sia in chi aveva un’ipertensione semplicemente non controllata, sia nei casi che definiremmo davvero «resistenti». Insomma, questo farmaco riesce laddove molti altri hanno fallito, e senza presentare sorprese sgradevoli.

Quanto alla sicurezza, il profilo è stato finora piuttosto rassicurante. Gli eventi avversi sono stati perlopiù lievi, e i casi di iperkaliemia confermata sono rimasti bassissimi (appena l’1,1% in entrambi i dosaggi, contro lo 0% del placebo). Evidentemente, il farmaco agisce esattamente come previsto, senza creare cavilli problematici.

Non finisce qui: baxdrostat ha raggiunto anche tutti gli endpoint secondari di conferma, dimostrando non solo un’efficacia robusta ma anche duratura nel tempo. Entrambi i dosaggi hanno prodotto una riduzione significativa anche della pressione arteriosa diastolica, e, attenzione, hanno quasi triplicato la probabilità di portare i pazienti sotto la soglia critica di 130 mmHg.

In un’analisi più approfondita su un sottogruppo specifico, baxdrostat ha continuato ad abbattere la pressione sistolica anche nel monitoraggio ambulatoriale, che è la valutazione più realistica di quanto accade nella vita quotidiana, lontano dall’effetto “camice bianco”.