Martedì, dopo il dibattito sul programma di lavoro della Commissione Europea per il 2026, ci sarà un tocco di atmosfera noir continentale con le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione sull’intimidazione criminale ai danni dei giornalisti investigativi nell’UE. Ah, l’attacco fallito a Sigfrido Ranucci si prende un bel palcoscenico, giusto per ricordare che il prezzo della verità non è mai stato basso… ma tanto, si sa, gli orari notturni aiutano sempre a mantenere vivo l’interesse.
Mercoledì, dopo averci sommerso di dati con il rapporto annuale della Corte dei Conti 2024, si aggiunge come terzo punto la fantastica dichiarazione che invita a sostenere uniti l’Ucraina e a pretendere una pace giusta e durevole. Ovviamente, secondo il copione, questa deve essere sulla base delle condizioni ucraine, senza cedere una virgola a quel caro amico noto come Vladimir Putin. Quale modo migliore di pascolare l’opinione pubblica europea se non con proclami programmati prima di un vertice a Budapest? Anche qui, la seduta si prolunga fino a sera, perché parlare di pace richiede stamina.
Un po’ di votazioni per addolcire la settimana
Giovedì, il momento clou sarà costituito dalle due obiezioni all’articolo 114(3) del regolamento, che riguardano un argomento a dir poco entusiasmante: definire una metodologia per valutare i risparmi di emissioni derivanti dai combustibili a bassa produzione di CO2. Non si può certo dire che manchi originalità ! Preparatevi a votare per ore sul come contare le molle di emissioni, probabilmente con grande partecipazione di pubblico e applausi scroscianti.
Come se non bastasse, diverse commissioni parlamentari si sono svegliate improvvisamente entusiaste dell’idea di negoziare con il Consiglio e la Commissione. Cosa ci sarà mai da discutere? La reportistica sulla sostenibilità aziendale e i requisiti di due diligence per il 2025 saranno al centro dell’attenzione, curiosamente presentati dal magico Jörgen Warborn del PPE.
Non manca l’importante dossier sulla graduale fuoriuscita dalle importazioni di gas naturale dalla Russia, con un pizzico di monitoraggio sulle dipendenze energetiche. I relatori d’eccezione – niente meno che Ville Niinistö dei Verdi e Inese Vaidere del PPE – promettono scintille, almeno sulle carte. Insomma, l’Europa deve togliersi questa dipendenza, ma con calma, eh.
Una nota di colore: qualora nessuno richieda a gran voce di votare entro martedì 21 ottobre la decisione di iniziare negoziati, le commissioni potranno andare avanti così, senza il fastidio del democratico intervento diretto del Parlamento. Una procedura così sobria e trasparente che fa venire voglia di applaudirli.
Scambi di deputati: il valzer delle poltrone
Infine, come ogni settimana che si rispetti, il carosello dei parlamentari in entrata e uscita continua con la precisione di un orologio svizzero, o quasi. Salutano il palco Filip Turek dalla Repubblica Ceca e Marie-Pierre Vedrenne dalla Francia, mentre subentrano i freschi di nomina AntonÃn StanÄ›k e Jérémy Decerle. Un cambio giusto in tempo per non farsi mancare nulla nella prossima sessione di litigate a base di burocrazia e discorsi politici altisonanti.



