Ecco il fazzoletto con proiettile incluso, regalo perfetto per chi odia la pace

Ecco il fazzoletto con proiettile incluso, regalo perfetto per chi odia la pace

Un fazzoletto insanguinato, accompagnato da un proiettile, è stato consegnato questa mattina a don Maurizio Patriciello, il prete anticamorra noto del Parco Verde di Caivano, proprio durante la messa. Una minaccia fine a se stessa ma dallo stile piuttosto eloquente, considerando che solo pochi giorni fa – precisamente sabato sera – il quartiere è stato teatro di due “stese” degne di miglior causa.

Le due “stese” – ossia sparatorie intimidatorie eseguite da una decina di teppisti a bordo di scooter – hanno lasciato ben otto bossoli per strada. Avvenute a pochi passi dalla parrocchia di don Patriciello, sembrano voler raccontare qualcosa di molto chiaro che, volere o non volere, nessuno può più ignorare: la malavita organizzata del circondario, ben radicata da anni, ha subito un colpo durissimo negli ultimi mesi. Incredibile, vero? Chi l’avrebbe mai detto che arresti e lotte allo spaccio potessero avere qualche effetto.

Don Maurizio Patriciello, sempre lesto su social e parrocchia, non si è risparmiato nel commentare l’accaduto:

“Ragazzi, nel nome di Dio, fermatevi! Godetevi la vostra bella gioventù. La strada che avete intrapreso è un vicolo cieco. Finisce sempre o al carcere o al camposanto. Sempre.”

Insomma, un appello da manuale di buona volontà, peccato che rivolto a un pubblico davvero poco incline a lasciarsi convincere da buone intenzioni. Perché, si sa, la strada del crimine è sempre la più attraente per chi fa parte di quella gioventù poco propensa a scegliere diversamente.

Nel frattempo, la Compagnia dei Carabinieri e la Polizia non si sono risparmiate: “Non si sono fermati un solo istante” precisa il prete. Il commercio devastante della droga sarebbe diminuito “a vista d’occhio”, con quasi tutti i capi clan rinchiusi in carcere – perché ovviamente la soluzione definitiva è sempre quella, no?

Il governo in carica si sta dando da fare con imbattibile zelo, come non si era mai visto. Solo che, come da copione, i delinquenti cercano di riempire i vuoti lasciati dai loro compagni arrestati. Un meccanismo rodato che – sorpresa – gli esperti conoscono fin troppo bene.

Nel frattempo, grazie al cielo, nessuna vittima innocente: questa è la vera consolazione in un territorio così martoriato. La paura rimane comunque la costante e don Maurizio invita a stringere la comunità nel cuore, a offrire solidarietà non solo dalla Campania, ma da tutta l’Italia. Insomma, un abbraccio nazionale per un quartiere che pare essere sull’orlo del baratro.

Il suo appello continua con quella che sembra una ricetta magica per la rinascita del Parco Verde e dintorni: denunciare il male per poter finalmente assaporare il bene, senza cercare alibi nei fasti di un passato illustre che, invece di tirare su, sembra amplificare la nostra scarsa volontĂ  di reagire.

Don Patriciello incoraggia a non perdere la speranza e a non lasciarsi travolgere dall’apatia con parole che suonano come un inno alla resilienza:

“Forza! Nessuno si abbatta. Nessuno perda la speranza. Noi ci siamo. Ci siamo stati. Ci saremo. Ce la faremo. Se saremo onesti e trasparenti, ce la faremo. Se avremo il coraggio di ammettere le nostre miopie, ce la faremo.”

Alla fine, una chiamata alle armi (morali) ai buoni, a chiunque si senta di contribuire all’impresa titanica di liberare questa terra tanto tormentata quanto bella dalla camorra e dalla sua coltre di zavorra sociale: istituzioni, politici, professionisti, industriali, la Chiesa e, ovviamente, il popolo stesso. Un’utopia da applaudire, ma consci che dietro alle belle parole la realtĂ  urla tutt’altro.

Un messaggio benintenzionato, certo, che ipocritamente non risparmia nessuno – dalla politica alle famiglie – ma che sfida la cronica inconcludenza di un sistema che continua a girare a vuoto su sé stesso. Nel frattempo, qualcuno continua a sparare, e il fazzoletto con il proiettile è lì a ricordarcelo, silenzioso e sinistro durante la messa.

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