Due rinvii a giudizio per omicidio colposo perché ovviamente serviva complicare le cose

Due rinvii a giudizio per omicidio colposo perché ovviamente serviva complicare le cose

Finalmente il gran momento: il processo per don Antonio Ruccia, il parroco della chiesa di San Giovanni Battista a Bari, e per Vincenzo Nanocchio, il tecnico elettricista, è stato ufficialmente richiesto. I due, naturalmente, accusati di omicidio colposo per la tragica morte del neonato lo scorso 2 gennaio, dopo che il piccolo era stato lasciato nella culla termica della chiesa – che, guarda un po’, non ha fatto proprio il suo dovere.

Il processo, per chi avesse ancora voglia di spettacolo giudiziario, partirà con l’udienza preliminare fissata per il 23 ottobre, una data da segnare sul calendario con tanto di evidenziatore fosforescente.

Ma attenzione, perché c’è del genio tecnico in ballo. Il legale di don Antonio Ruccia, l’avvocato Salvatore D’Aluiso, ci tiene subito a precisare che le accuse riguardano più che altro problemi tecnici dell’impianto elettrico – sì, proprio quello che doveva tenere il neonato in un tepore sicuro e invece, come da copione macabro, ha fallito alla grande.

Non proprio un’accusa diretta e personale nei confronti di don Ruccia, quindi, ma un bell’uovo di Pasqua giudiziario da scartare con calma. Nel frattempo, però, sono già stati commissionati accertamenti medico-legali per verificare le condizioni del povero neonato nel momento esatto in cui è stato lasciato nella famigerata culla termica. Insomma, un’inchiesta che si arrampica sugli specchi e con una sfumatura di “tecnica” che sa tanto di scaricabarile, mentre la vittima resta lì, silenziosa e dimenticata.

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