Un uomo di 49 anni originario di Grosseto ha deciso di provare l’ebbrezza del paracadutismo a modo suo, finendo invece per un volo senza ritorno a Montecompatri, nella provincia di Roma. Protagonista involontario di una tragedia che non si è fatta attendere, il lancio dal campo di volo ‘Air Fly’, situato in via Prenestina Nuova, si è trasformato in un incidente fatale.
L’incidente si è consumato intorno alle 12:30, ora perfetta per rovinare la domenica. I carabinieri della stazione di Colonna sono arrivati rapidamente sul luogo, trovando l’uomo riverso a terra in mezzo alla vegetazione, circondato dai paracaduti, sia quello principale che quello di emergenza, entrambi dispiegati con la fragile speranza di salvargli la vita. Ma non c’è stato nulla da fare: l’impatto è stato letale.
Prima di trasformarsi nella scena di una sciagura, il volo sembrava un’avventura come tante altre. Tuttavia, come spesso accade, il destino ha deciso altrimenti. L’uomo è precipitato da un’altezza di 1.500 metri, lasciando soltanto domande sospese e qualche frammento di paracadute nell’erba.
I carabinieri stanno meticolosamente raccogliendo le testimonianze dei presenti, nell’illusione di trovare qualche dettaglio che possa dare un senso a questa caduta così tragica e improvvisa. Intanto la salma è stata trasferita al policlinico di Tor Vergata per l’autopsia, quel rituale medico-legale che purtroppo si ripete ogni volta che la morte bussa senza preavviso durante attività “ad alto tasso di adrenalina”.
La realtà poco romantica del paracadutismo fatale
Chi immagina il paracadutismo come un romantico tuffo nell’azzurro del cielo dovrebbe fare i conti con la realtà. Dietro a ogni lancio c’è un procedimento tecnico e una preparazione rigorosa, senza i quali si rischia di finire come il protagonista di questa storia – vittima di un incidente che non fa sconti a nessuno.
Ma attenzione: il paracadute di emergenza aperto non è una garanzia di salvezza. L’apparente sicurezza può tradire l’illusione di un atterraggio morbido, ma la fisica e la gravità, come in questo triste episodio, sono impietose e non conoscono pietà o rimorsi.
Il dramma di Montecompatri non insegna nulla di nuovo se non il solito refrain sul rischio che si corre quando si sfida il cielo con insufficienti mezzi o circostanze avverse. E come sempre, a pagarne il prezzo più alto è l’uomo, fragile contro la potenza degli elementi e delle leggi naturali.
In conclusione, mentre la burocrazia segue il suo corso e le indagini cercano di tessere una narrazione coerente, resta il silenzio lugubre di un volo che non ha raggiunto terra intero, solo una dolorosa testimonianza di quanto sia sottile il confine tra il coraggio e l’incoscienza.