Ah, Vincenzo De Luca torna sotto i riflettori, ma questa volta non per qualche nuova illuminante idea politica. No, il governatore della Campania ha deciso di pubblicare un video sui social per spiegare, con estrema chiarezza, la sua posizione sull’invito del direttore d’orchestra russo Gergiev alla rassegna “Estate da Re” presso la Reggia di Caserta. E naturalmente, quel piccolo dettaglio che Gergiev è sospettato di essere, parola di europarlamentare, un «fiancheggiatore di Putin» non sembra scalfire la sua scelta.
La polemica, in realtà, è nata da un sussurro da parte della vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, che ha semplicemente chiesto – senza troppi giri di parole – che il concerto previsto per il 27 luglio venga annullato. Ma no, tranquilli, la rassegna per ora conferma, perché tanto si sa, le diplomazie culturali sono più importanti della coerenza politica.
Invece di prendere impegni veri o magari – perché no? – di fare una figura un po’ più sobria, De Luca ha deciso di piazzare un video celebrativo sui suoi canali social, sottolineando l’impegno della “Campania per la pace”.
Non si è fatto mancare nulla: immagini patinate delle manifestazioni promosse dalla Regione dal 2022 – perché si sa, basta mostrare foto con bluffanti bandiere ucraine e per la pace per mettersi a posto con la coscienza e con il pubblico. C’era persino un concerto nel Duomo di Napoli, dove bambini ucraini suonavano il piano accanto ad artisti russi e ucraini, senza dimenticare neanche l’onnipresente delicato abbraccio tra israeliani e palestinesi. Insomma, un tableau vivant della pace, condito da una cover di “Shape of my heart” di Sting, perché Shakespeare era fuori budget.
Ovviamente, quella del “noi siamo per la pace” è la ciliegina sulla torta e si sposa meravigliosamente con l’ipocrisia di invitare un artista con legami evidenti al governo russo appena messo al bando dalla comunità internazionale. Non si tratta mica di politica, ma di musica, ha ribadito De Luca: perché l’arte è sopra tutto, anche sopra le gaffe geopolitiche più clamorose.
Il coro delle polemiche: da Bruxelles a Napoli, tutti gridano
Naturalmente, dopo un silenzio iniziale degno di un ninja, sul concerto di Gergiev è piovuto di tutto. La Commissione europea si è scaldati, così come il ministro della Cultura Alessandro Giuli (che forse si è svegliato tardi), e persino la vedova di Alexei Navalny, il dissidente russo morto in circostanze sospette in Siberia, ha manifestato la sua contrarietà.
Tra i politici italiani, spiccano la segretaria di Noi Moderati, Mara Carfagna, che ha già sparato l’interrogazione parlamentare sui fondi pubblici spesi per questa sceneggiata, e il leader di Azione, Carlo Calenda, che probabilmente ha pensato bene di non perdere occasione per un po’ di visibilità su un argomento caldo.
Ma De Luca? Beh, lui continua imperterrito a twittare video di manifestazioni che girano l’Europa senza neanche affrontare il problema vero: l’inopportunità culturale e politica di mantenere il maestro russo nel cartellone, proprio quando la guerra è a pochi passi e milioni di vite sono in gioco.
Insomma, un’altra dimostrazione che in certe stanze della politica, l’arte e la cultura sono solo buoni pretesti per fare il contrario di quello che si dovrebbe.
Che spettacolo: un articolo su Napoli che parla esclusivamente di… nulla. Come sempre, la maestria nel non dire niente raggiunge vette inarrivabili. Nessuna notizia, nessun approfondimento, solo una pagina vuota che urla al mondo la sua infinita inutilità.
Da quanto pare, nel magico regno del nulla assoluto si può tranquillamente infilare un “Vai a tutte le notizie di Napoli” e un invito alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Ovviamente, senza scordare quel tocco di mistero dato da copyright e data di pubblicazione, giusto per illudere i lettori che qui stia succedendo qualcosa di interessante.
In pratica, siamo di fronte all’eccellenza del giornalismo contemporaneo: una pagina che fa finta di esistere, un capolavoro dell’assenza di contenuti. Un gioiello di vuoto, adatto a chi ama riempire il tempo con l’assenza di qualsiasi stimolo intellettuale.
Forse un giorno Napoli avrà notizie degne di questo nome da offrire, ma intanto ci godiamo questo capolavoro di silenzio. Non c’è niente di meglio per esercitare l’arte di scrollare l’inevitabile.