Dietro l’epica scappatella degli azionisti: scopri chi ha davvero gettato la spugna

Dietro l’epica scappatella degli azionisti: scopri chi ha davvero gettato la spugna

Ah, le meraviglie delle trimestrali! Stellantis riesce finalmente a mostrare ricavi in crescita dopo ben sette trimestri di precipizi finanziari consecutivi, ma il titolo sul listino milanese si tuffa come un paracadutista senza paracadute. Nel magico periodo di luglio-settembre, il glorioso gruppo capitanato da Antonio Filosa ha intascato 37,2 miliardi di euro netti, facendo un balzo in avanti del 13% rispetto all’anno precedente. Ovviamente, i campioni della crescita sono stati il Nord America e l’EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), mentre il Sud America, la vecchia roccaforte, ha perso qualche colpo passando da 4,2 a 3,9 miliardi. Can-can assicurato! Però, nonostante i fuochi d’artificio, il quadro globale resta un po’ più… grigio: negli USA, i ricavi sono calati da 50,7 a 44,2 miliardi, un dettaglio insignificante, ovviamente.

Stellantis: ricavi in crescita ma con un bel carico di ombre

Durante la presentazione dei numeri da circo, Filosa ha confermato con aria tranquilla la guidance per la seconda metà del 2025: aspettatevi un “continuo miglioramento” nei ricavi netti, nell’utile operativo adjusted (AOI per i fanatici del gergo) e nei flussi di cassa industriali netti, rispetto al primo semestre. Ovviamente ci sono in ballo “modifiche importanti e necessarie” ai piani strategici e di prodotto, una giustificazione da manuale che passa attraverso parole magiche come “sviluppi normativi, geopolitici, macroeconomici e fattori esterni e interni”.

Ed eccoci al colpo di scena, la chicca che ha fatto scattare l’allarme in borsa: “Prevediamo oneri significativi nel secondo semestre 2025 che, una volta definiti, speriamo non incidano troppo sull’AOI. Abbiamo iniziato una revisione del processo di stima delle garanzie, che probabilmente comporterà aggiornamenti alle stime e oneri non ricorrenti.” Tradotto: ci aspettano sorprese non esattamente piacevoli, ma fidatevi, non troppo dannose per l’utile operativo. Roba rassicurante, insomma.

Borsa impietosa: titolo giù di quasi il 9%

Mentre Stellantis tentava di placare le acque sottolineando che gli oneri, pur pesanti, sarebbero per lo più esclusi dall’utile operativo, i mercati non hanno mostrato nessun tipo di indulgenza. Il titolo a Piazza Affari è sprofondato come un piombo, perdendo fino al 10% e chiudendo la giornata a un malinconico -8,88%, lontano anni luce dai 9 euro. Il ritorno a casa a mani vuote dei piccoli risparmiatori è ormai triste consuetudine, visto che dall’inizio dell’anno il titolo ha fatto cadere via quasi un terzo del suo valore.

Le analisi di esperti del calibro di Equita SIM hanno sparso ulteriori nuvole nere, osservando che i famigerati oneri non sono stati quantificati, ma che ci si aspetta siano “significativi, comunque esclusi dall’AOI adjusted e in parte non monetari, legati sia alla ristrutturazione che alla revisione del processo di stima delle garanzie”.

Dividendi a rischio e l’incubo dei chip

Equita non fa sconti e avverte: “Il cambio al vertice e le decisioni finanziarie prese non sono certo una sorpresa, anzi, erano più o meno previste. Però non escludiamo che possano avere un effetto a cascata anche sui dividendi.” Insomma, chi sperava in una pioggia di soldi ha preso una bella doccia fredda.

Da non sottovalutare anche la mancanza di un’indicazione chiara sul margine AOI. Filosa, con la consueta diplomazia da CEO navigato, si è limitato a dichiarare:

“Un margine ragionevole nel medio-lungo termine potrebbe essere tra il 6 e l’8 per cento. Prevediamo un capital market day per discutere questi obiettivi.”

Notevole, vero? Un modo elegante per tenere tutti con il fiato sospeso. Ah, e dulcis in fundo, nel terzo trimestre Stellantis ha deciso di non dire una parola né sui margini né sugli utili netti, rinnovando così la tradizione della discrezione informativa. Ma non temete, pare che la “war room” sia attiva, pronta a fronteggiare – con indomita calma – una catena di approvvigionamento che, a detta degli osservatori più realistici, invece è alle prese con una crisi crescente di semiconduttori causata dalla guerra commerciale tra USA e Cina. Una crisi che ha colpito duramente colossi come l’olandese Nexperia.

Filosa si è limitato a rassicurare: “Andiamo avanti giorno per giorno.” Tradotto in parole semplici: chi vivrà vedrà. O forse no.

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

Vuoi segnalarci qualcosa? CONTATTACI.

Aspettiamo i vostri commenti sul GRUPPO DI TELEGRAM!