Il decreto contesato ha finalmente trovato un futuro radioso al Senato, con l’inaspettato consenso di 109 voti a favore. Chissà se qualcuno ha pensato a cosa significhi per la democrazia! Chissà!
Vediamo, quindi, che prevede azioni miracolose sulle occupazioni abusive delle case, su quei fastidiosi blocchi stradali che infastidiscono il traffico e sulle truffe agli anziani. Ma non è finita, perché si parla di un giro di vite sulle rivolte carcerarie, sulle madri detenute e, non dimentichiamolo, sulla cannabis light. Perché chi non ama un po’ di serietà in materia di erba?
Il “decreto Sicurezza” – che è riuscito a farsi approvare, incredibilmente, al Senato – introduce ben 14 nuove fattispecie di reato e 9 aggravanti. Un po’ come aggiungere decorazioni natalizie a un albero già stracolmo di palline, ma ben venga in un paese che ama complicarsi la vita!
Il testo, oggetto di contestazione da parte di una folla di 150.000 persone il 31 maggio, è composto da 39 articoli, molti dei quali accolti con entusiasmo dal disegno di legge del 2023, solo per essere riproposti nuovamente dopo qualche “aggiustamento” – perché tanto, chi non ama le piccole ristrutturazioni legislative? Soprattutto quando il Quirinale ha già espresso il suo parere.
Occupazione delle Case
Orbene, viene ora istituito il nuovo reato di “occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui”, un termine snello, non c’è che dire! Punito con una reclusione da 2 a 7 anni, offre alla polizia giudiziaria la scintillante possibilità di rilasciare immediatamente l’immobile occupato, anche senza un mandato del giudice. Perché, chiaramente, la legalità è solo un optional!
Norma anti-Gandhi
Ma non è finita qui! All’interno di questo adorabile decreto è stata inclusa quella che le opposizioni hanno ribattezzato “norma anti-Gandhi”, che sembra dedicata direttamente a chi ama protestare pacificamente bloccando il traffico o opponendosi a un progetto pubblico. In poche parole, ora scendere in piazza diventa un reato penale. Davvero straordinario!
La norma prevede pene da un mese di carcere per chi ostacola una strada o una ferrovia da solo, e fino a due anni se commesso da più persone. Che gran bel modo di promuovere il dissenso, vero?
Detenute Madri
Un altro gioiello del decreto riguarda le detenute madri, una delle norme più contestate e soggette ai rilievi del Quirinale sul precedente ddl del 2023. Ma tranquilli, il testo è stato “innocentemente” modificato, allentando la “stretta” voluta dall’esecutivo. Ora diventa facoltativo, e non più obbligatorio, il…
Il rinvio della pena per le donne in gravidanza e le madri con bambini di età inferiore ai tre anni, pronte a scontare la condanna negli Icam, gli istituti a custodia attenuata, è una brillante mossa. Perché chi non sogna di scontare la propria pena in un “resort” penitenziario, che offre un trattamento tutto sommato rinfrescante? Ma aspetta, c’è di più! Incentivi all’apprendistato per i detenuti e semplificazioni per accedere a lavori esterni – giusto per assicurarci che anche le carceri siano un po’ più simili a una sorta di campus universitario.
Poi, passiamo alle schede SIM per i migranti. Ah, la norma controversa! Finalmente, i migranti possono acquistare una SIM, ma solo se mostrano un documento d’identità. Grazie per la semplificazione, perché prima era tutto così complicato! E che dire delle sanzioni per chi non rispetta le regole di identificazione? Una dolce chiusura dell’attività da 5 a 30 giorni è proprio ciò di cui avevamo bisogno per spronare i negozi a far rispettare la legge.
Ora entriamo nel merito delle rivolte. Si aggiunge un nuovo reato per chi osa rivoltarsi in carcere, punito con pene da 1 a 5 anni. Perché, ovviamente, la libertà di espressione non è mai stata così ben voluta, soprattutto tra le mura di una prigione! E non dimentichiamo le pene severe per le rivolte nei centri di trattenimento dei migranti – fino a 18 anni. Sì, perché l’unico modo per risolvere un problema è quello di infittire le sbarre.
Ma andiamo avanti con la cannabis light. Finalmente, l’articolo 18 modifica gli articoli della legge del 2016 sulla coltivazione della filiera della canapa. Chiaro che non possiamo collegare la coltivazione della canapa a cose come “divertimento” o “utilizzi ricreativi”, no, no! Solo filiera industriale, perché chi penserebbe di utilizzare una pianta per, diciamo, restare rilassato? E se ti vuoi divertire, be’, non pensare nemmeno di vendere infiorescenze. O, oh, guarda, subito punito come un delinquente!
Le bodycam per le forze di polizia? Sì, ma non come dotazione obbligatoria. Perché, ovviamente, vogliamo che le forze dell’ordine possano seguire le procedure come preferiscono. Solo una spesa di oltre 20 milioni in tre anni per la videosorveglianza, giusto? Seguire il protocollo è così noioso.
Arriviamo poi all’aggravante per chi minaccia un pubblico ufficiale per fermare opere pubbliche. Ecco una norma convenientemente chiamata “no-Tav e no-Ponte”; perché nella nostra umana e comprensiva società, fermare le opere pubbliche è un crimine di alta vilainità. Immaginate solo di pensare di opporsi a qualcosa che i decisori hanno deciso.
Inoltre, un raddoppio delle spese legali per le forze dell’ordine che potrebbero trovarsi indagate, fino a 10 mila euro. Scusate, stiamo parlando di chi ha il compito di mantenere l’ordine, non di avere la schiera di avvocati più fodera del paese. Ma certo, la protezione giuridica è fondamentale per loro, giusto?
Il testo poi inserisce alcune norme di garanzia per gli agenti di sicurezza, non dimenticando di includere condotte “nobili” come la direzione di associazioni terroristiche. Sì, perché chi non vorrebbe una strizzatina d’occhio a chi organizza il disastro?
Ah, il terrorismo entra nel dibattito. Nuove fattispecie di reato per detenzione, perché chiaramente, ogni volta che l’argomento viene sollevato, il nostro sogno è di complicare ulteriormente un sistema già perfettamente incoerente. Bravo, davvero bravo.
È davvero sorprendente come si possa passare dal parlare di diritti umani a discutere di leggi contro il torto degli anziani. Ma ehi, chi non ama una buona dose di ipocrisia legislativa? Il nuovo decreto finalmente si occupa di quelle sfortunate truffe agli anziani, introducendo pene che farebbero impallidire anche i criminali più incalliti. Due a sei anni di carcere e multe fino a 3.000 euro? Veramente, chi avrebbe mai pensato che truffare un anziano potesse avere delle conseguenze? Dev’essere stata una rivelazione per i legislatori.
Ma non ci fermiamo qui, perché la giustizia ha deciso di giocare duro! Ora le pene per chi fa accattonaggio con minori si fanno più severe. Fino a cinque anni di reclusione. Davvero? Sappiamo tutti che fare accattonaggio è una carriera ben retribuita, giusto? E, naturalmente, una truffa che abusivamente sfrutta la minorata difesa avrà il suo meritato reato, catturando i malcapitati in flagranza. Oggi è davvero difficile essere un truffatore, chi l’avrebbe mai detto?
Ma la ciliegina sulla torta è l’introduzione di nuove aggravanti per reati nelle vicinanze di stazioni ferroviarie e metropolitane. Non ci eravamo mai accorti del potere esplosivo di commettere un crimine su un treno. Ma ora, oh, ora ci sono reclusioni fino a un mese e multe fino a 300 euro per impedire la libera circolazione. Se solo i criminali avessero capito che bloccare un treno è devenuto un reato! E se lo fanno in gruppo, beh, non sono più a rischio di fare solo un mese, ma da sei mesi a due anni. Che cambiamenti radicali! Chi non vorrebbe fare parte di questa guerra contro la malavita?
Insomma, la vera vittoria della giustizia è qui per attestare che ci preoccupiamo davvero di ridurre le truffe e che i vecchietti siano più sicuri. Forse i politici pensano che la criminalità possa essere risolta semplicemente gettando leggi a caso. Complimenti, siamo già a buon punto!



