De Pascale si schiera al referendum: tre sì e due no, ma chi lo ammette? Un atto di onestà intellettuale o l’ennesima farsa?

De Pascale si schiera al referendum: tre sì e due no, ma chi lo ammette? Un atto di onestà intellettuale o l’ennesima farsa?

Ah, le meraviglie della politica! Michele De Pascale, il presidente del PD dell’Emilia-Romagna, ha deciso di fare la sua bella figura ai referendum sul lavoro, votando tre sì e due no. Mentre il suo collega, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, si è lanciato in un entusiasmo normativo, lui ha scelto la via dell’insolita cautela. Un vero ribelle, non c’è che dire!

Presso il cinema Galliera, tra un popcorn e l’altro, De Pascale ha espresso le sue scelte con una certa pompa, chiarendo che ci sono due quesiti sul lavoro che sembrano stuzzicarlo. Tra l’altro, uno riguarda il Jobs Act, che a suo dire distingue in modo astruso tra licenziamenti discriminatori e non. Interessante, no? Donare un po’ di confusione al dibattito non fa mai male.

Poi c’è l’argomento degli appalti a cascata e della sicurezza sul lavoro, che sembra intrigarlo. E mentre afferma che sia fondamentale andare a votare per lanciare un messaggio forte, il buon De Pascale ammette che è legittimo avere opinioni diverse su punti tanto tecnici. Ma chi avrebbe mai pensato che la politica potesse essere un puzzle complesso?

Quindi, con tre sì e due no, De Pascale si colloca in una terra di nessuno: “Non lo fa quasi nessuno, rischio di non piacere a nessuno”, dice ridacchiando. Encomiabile trasparenza! Chi non ama un buon bluff nel gioco del “dico quello che penso”? Oh, la magia della politica, dove dire la verità sembra essere un atto di coraggio.

In sintesi, Michele De Pascale ci offre un esempio di come si possa navigare in acque tempestose con un sorriso, mentre si annuncia al contempo come un bastione di trasparenza e onestà intellettuale. Un vero leader, non credete?

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