Incassato il rifiuto al terzo mandato e dopo aver passato qualche giorno a piangere sul latte versato, Vincenzo De Luca si presenta in conferenza stampa con un’energia che lascia tutti di stucco. Sarà l’argomento del Comicon, sarà che nel frattempo il PD e i 5Stelle stanno cercando di combinare un matrimonio che nemmeno i migliori cupidi riuscirebbero a orchestrare, sta di fatto che il governatore ha ritenuto opportuno aggiungere nuovi termini al suo già ricco vocabolario di insulti per i suoi avversari. Se fino a ieri si accontentava di definire i suoi nemici “anime morte” e di far loro compagnia con “pinguini” e “cafoni, anzi cafoni a 18 carati”, ora ha trovato nuovi animali da far pascolare nel vivace giardino deluchiano.
“Quest’anno al Comicon nello stand della Regione Campania abbiamo voluto darci una rinfrescata che rispecchi il nuovo spirito del tempo in politica. Esporremo un esemplare nuovo, il cartone inanimato. È l’evoluzione genetica di ciò che in politica si può definire un’anima morta. Lo si tiene in piedi con una stecca da dietro: è attivo nella vita, ma in realtà non è altro che un cartone inanimato.” Con un certo compiacimento, continua: “Vi faremo vedere immagini virtuali di esemplari finto umani. L’immagine può sembrare umana, ma la sostanza è quella del mollusco cefalopode, il calamaro, che in napoletano è proprio un calamaro, imbottito o meno. A Napoli siamo pieni di questi esemplari: molluschi che calcano le scene della politica. Molluschi, cefalopodi, calamari.”
Ma non finisce qui, prosegue: “Mostreremo l’immagine di un mondo tornato nel brodo primordiale, prebiotico, di quando la vita non esisteva. Avremo un Comicon di altissimo livello – conclude De Luca – una testimonianza delle tendenze universali, con un focus particolare sui nostri esemplari politici, in particolare quelli partenopei: il mollusco cefalopode, più o meno imbottito.” Un discorso decisamente generico. Immaginate se avesse fatto nomi e cognomi! Ma se parliamo dei suoi avversari interni al partito, siamo abbastanza sicuri di non sbagliarci.


