De Luca a Torino, l’incontro con Crosetto: «Ecco il mio stato d’animo, che dire… questa combriccola di…!»

De Luca a Torino, l’incontro con Crosetto: «Ecco il mio stato d’animo, che dire… questa combriccola di…!»

«Posso salutare?», si chiede il ministro della Difesa Guido Crosetto. Il governatore Vincenzo De Luca si avvicina con entusiasmo. Non manca il collega piemontese Alberto Cirio. Il siparietto, immortalato in un video, si svolge al Salone del libro di Torino e prosegue tra sorrisi e battute: «Come sto? Diciamo bene», risponde De Luca a Crosetto. «C’avete un’assicurazione, campate tranquilli per altri vent’anni». Certo, chi potrebbe ribattere a una perla del genere? Ma tra le risate, ad un certo punto, si sente: «Sta banda di co…i». E Crosetto e Cirio danno il loro consenso, ridendo come se fossimo tutti a teatro.

«Allora ci vediamo a Venezia?», chiede il collega piemontese. La risposta del ministro è un invito per Roma. Si scambiano abbracci e saluti, e De Luca chiude con una frase di grande affetto: «Io ho sempre avuto stima di voi democristiani». Ma chi è il soggetto misterioso di questa stima? Una domanda che aleggia nell’aria, ma a cui non possiamo rispondere.

È lampante che De Luca si sente a suo agio lontano dalla Campania, regione che continua a governare con tanta grazia. Da giovedì si trova al Salone perché la sua regione è stata ospite, con una serie di eventi degni di un festival. Selfie, incontri e chi più ne ha, più ne metta. «Si è ricaricato», dicono i suoi fedeli, come se avesse bisogno di una batteria nuova. Ma a Napoli, la realtà è ben diversa: è guerra aperta. E il famoso campo largo rimane un miraggio, un sogno svanito nel nulla.

Finora, l’atteso incontro con la segretaria nazionale del PD, Elly Schlein, non si è materializzato. De Luca, pronto per la battaglia finale, ha già posto il veto su Roberto Fico, minacciando di presentarsi da solo con un fantastico Terzo polo riformista. Ma, ahimè, non finisce qui: continua a scagliare frecce contro «la banda di co…i»; e prima sono stati i «ciucci che non governeranno mai la Campania», poi i «molluschi», i «pinguini», fino alle «anime morte». Un vero e proprio bestiario politico, e chissà, forse entro novembre avremo il completo zoo sotto gli occhi.

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