Dazi: le risposte dell’Ue agli Stati Uniti colpiscono jeans, moto, soia, manzo e noci, ma il whisky resta intatto

Dazi: le risposte dell’Ue agli Stati Uniti colpiscono jeans, moto, soia, manzo e noci, ma il whisky resta intatto

La nuova stagione di tariffe commerciali si sta aprendo nuovamente, e con essa l’ennesimo balletto diplomatico tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Questo “dialogo” sembra più una commedia degli equivoci che una vera e propria negoziazione. È passato quasi un anno dall’ultimo tentativo di raffreddare le tensioni commerciali, e ora i ministri dei Ventisette si riuniscono a Lussemburgo per decidere il da farsi di fronte ai dazi del 25% su acciaio, alluminio e derivati imposti da Trump. Qualcuno potrebbe chiedersi: sono state mai davvero superate le strade tortuose della diplomazia?

Ritorsioni e Contromisure: Un Giochino Stanco

Al fine di rispondere ai dazi statunitensi, l’Unione Europea ha pensato bene di compilare una lista di prodotti americani da colpire. Da Harley-Davidson a Levi’s, passando per yacht di lusso e burro d’arachidi, il valore totale dei destinatari delle contromisure è altissimo: ben 22 miliardi di euro. Ma ci si chiede: queste misure non sembrano più un modo per accontentare il popolo europeo e dimostrare “muscolo” che una strategia commerciale ben ponderata?

Il Gioco del Bilanciamento: Chi Paga il Prezzo?

Il commissario al Commercio, Šefcovic, si è vantato di aver ricevuto un “feedback prezioso” da 660 portatori di interesse, promettendo un “elenco solido di contromisure”. Ma, come si suol dire, le parole sono belle, ma i risultati? Siamo sicuri che tutti i Paesi membri contribuiranno equamente? La scelta di tornare a tassare prodotti già bersaglio nel 2018 e 2020 evoca più di un dubbio sulla lungimiranza di questa strategia. I consumatori europei porteranno l’impatto di queste ritorsioni, ma chi si preoccupa delle loro tasche?

Il Lato Comico della Situazione

A proposito di prodotti iconici, ci si potrebbe chiedere: un burro d’arachidi può davvero innescare una crisi economica transatlantica? Le severità di queste misure sembrano riflettere una preferenza per la ritorsione su scala che dimentica l’impatto reale sulle vite quotidiane di cittadini e imprenditori. E mentre si negozia su chi tassa cosa, i veri problemi come lo squilibrio commerciale e le politiche di produzione rimangono sul tavolo.

Possibili Soluzioni? Una Spruzzata di Ironia

Cosa fare allora? Potremmo suggerire un incontro diretto tra i produttori europei e americani per trovare un punto di incontro, ma sarebbe troppo semplice. Forse una mossa audace come l’abolizione totale dei dazi potrebbe finalmente liberare il commercio e ridurre le tensioni, ma chi avrebbe il coraggio di osare così tanto? Una cosa è certa: continuare su questa strada di ritorsioni e contro-ritorsioni non farà altro che perpetuare un ciclo di insoddisfazione collegato a questo gioco che sembra più un’azione di facciata che una risoluzione efficace ai problemi commerciali.

Immaginate un mondo in cui i dazi si moltiplicano più velocemente delle promesse politiche: un sogno che diventa realtà. L’Unione Europea ha minacciato di introdurre un dazio del 50%, alimentando alte aspettative (e qualche scintilla di paura) tra i produttori europei. Ma, sorpresa! Le pressioni di Italia, Francia e Irlanda hanno dato i loro frutti. La realtà, però, è che una seconda lista di beni, del valore di 18 miliardi di euro, è stata identificata. Questa lista è un curioso mix che comprende, tra l’altro, diamanti, uova, noci, e persino il filo interdentale. Sì, avete capito bene: non solo questioni fondamentali, ma anche i nostri amici quotidiani come le salsicce e il pollame.

I giochi di potere e le scelte curiose

Chiaramente, i prodotti lattiero-caseari sono stati esclusi. Perché? Forse l’Unione Europea ha deciso che il latte e il burro non avrebbero voluto stare nel calderone; non si sa mai, potrebbero essere troppo “sensibili”. La logica di fondo è affascinante: un colpo ai prodotti provenienti da stati politicamente delicati (repubblicani), senza danneggiare gli interessi europei. Altro che un’azione mirata! Si stanno prendendo di mira le soia della Louisiana, la carne bovina del Nebraska, e i prodotti in legno della Georgia, del Virginia e dell’Alabama. Ma sono davvero questi i beni per i quali l’UE ha alternative? Siamo sicuri?

Le contromisure: azioni che sembrano più parole

Le contromisure agli “opportuni” dazi reciproci arriveranno a fine mese. Anche qui, un conflitto di proporzioni bibliche che si traduce in una gogna burocratica. Il commissario Šefcovic ci ricorda che gli USA hanno già imposto 80 miliardi di euro di dazi, contro i miseri 7 miliardi attuali dell’UE. Il 70% dell’export europeo verso gli USA è colpito. Ma nulla di nuovo sotto il sole: le parole fanno rumore, ma le azioni? Quelle restano in attesa, come una promessa mai mantenuta.

Una riflessione necessaria

Di fronte a questo scenario, è difficile non chiedersi quali siano le soluzioni possibili. Potremmo immaginarci un’Unione Europea meno reattiva e più proattiva, o forse un consumo consapevole che privilegi i produttori locali? Ma, ahimè, le buone intenzioni risultano spesso inadeguate rispetto alla realtà. È tempo di domandarci se queste strategie siano effettivamente il futuro che desideriamo o soltanto un pallido riflesso di un raffinato lessico politico, incapace di tradursi in azioni concrete.

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