È curioso notare come le misure volute da un presidente americano possano avere ripercussioni così dirette su un governatore dell’Italia meridionale. Durante una di quelle attese dirette del venerdì, Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, ha lanciato l’allerta sui dazi imposti dall’amministrazione Trump, rivelando come tali politiche influiscano sull’economia locale. Ma è difficile non chiedersi: in che modo una regione come la Campania, già carente di risorse, possa elaborare contromisure efficaci?
Un viaggio nel labirinto delle contromisure
Il governatore ha promesso incontri con le imprese locali per capire l’entità dei danni e studiare «eventuali misure di sostegno». Peccato che queste «misure» sembrino più un miraggio che una strategia concreta. De Luca ha altresì denunciato la fragilità del settore agroalimentare, indicando la Campania come la seconda regione più colpita in Italia. Ebbene, ci si domanda: quanto tempo passerà prima di rendersi conto che le misure devono essere messe in atto ora, non domani?
Il grande gioco delle aspettative
È interessante notare come De Luca parli di «periodo complicato» senza dedicare un minuto a riflessioni più profonde sulle politiche che portano a queste “aleatorietà” predicatorie. Rischiamo di trovarci, quindi, a fare affidamento su una reattività che non si tradurrà facilmente in efficienza e nuovi investimenti, ma piuttosto in un balletto di dichiarazioni che, nella migliore delle ipotesi, offrirà solo un palliativo.
Quando i settori si uniscono in un abbraccio mortale
Lamentare i danni per l’agroalimentare, l’automotive e la moda è un inizio, certo, ma sorge un altro interrogativo: che fine faranno i settori non menzionati? De Luca accenna al farmaceutico e all’aerospazio, con l’aria di chi sta cercando di rassicurare più se stesso che i suoi concittadini. La realtà è che è impossibile evitare che le decisioni di un presidente americano possano influenzare un governatore locale alle prese con un’economia in crisi.
Soluzioni possibili: davvero?
In un momento in cui l’aria è rarefatta da promesse e dichiarazioni che sembrano dare un senso di controllo, appare evidente: senza azioni concrete, tutto ciò si riduce a gelide statistiche e frasi di circostanza. Forse sarebbe il caso di adottare politiche più tempestive e meno cervellotiche, o per lo meno smettere di nascondere la testa nella sabbia e iniziare a parlare concretamente di aiuti e investimenti diretti per contrastare gli effetti devastanti di queste misure.
In definitiva, mentre i grandi uomini politici si destreggiano tra le loro problematiche, chi paga il prezzo è sempre il cittadino. E la Campania, come molte altre regioni, meriterebbe risposte che non siano solo un lontano e vago eco di slogan o piani mai realizzati. Chissà se un giorno le parole si tradurranno in atti effettivi. E fino ad allora, restiamo in attesa.