Ah, che spettacolo meraviglioso! L’era di Donald Trump continua a regalarci perle di saggezza. Ora siamo tutti entusiasti di un accordo con la Cina, e chi non sarebbe? Dopo tutto, quali sono le possibilità che un accordo con una potenza mondiale sia, diciamo, un capolavoro di negoziazione?
Il presidente scrive sul suo profilo di Truth, regalandoci il grande scoop: “L’accordo è stato concluso, soggetto all’approvazione definitiva del presidente Xi Jinping e mia.” Ma, giusto per chiarire, chi è che deve approvare cosa? Già, come se non fosse abbastanza chiaro che si tratta di un’intesa che non può prescindere da tutta una serie di passaggi che fanno girare la testa.
E non ci fermiamo qui! Trump è così generoso da assicurarci che “la Cina fornirà in anticipo tutti i magneti e le terre rare necessarie.” Che buona notizia! E noi, naturalmente, ci impegniamo a garantire tutto ciò che abbiamo promesso. Comprese le piccole cose come, diciamo, gli studenti cinesi che vagano per i nostri campus universitari. Ma certo, chi non ama una buona invasione di cervelli stranieri, no?
“Il rapporto è ottimo!” proclama Trump. E chi siamo noi per mettere in dubbio il suo ottimismo contagioso? Dobbiamo solo ignorare il piccolo dettaglio dei dazi: a noi toccherà un meraviglioso 55%, mentre alla Cina solo un modesto 10%. Oh, che giustizia divina! Chi non vorrebbe essere la parte lesa in questa favola? Ma andiamo, chi ha bisogno di una parità di trattamento quando si può avere un accordo di questa portata?



