Da “scelte strategiche” a “voto che non conta”, il caleidoscopio ipocrita dei politici sul referendum

Da “scelte strategiche” a “voto che non conta”, il caleidoscopio ipocrita dei politici sul referendum

Ah, la meravigliosa sinfonia della politica italiana! Il voto dell’8 e 9 giugno è arrivato e, sorprendentemente, nemmeno il centrodestra riesce a trovare un accordo. Chi l’avrebbe mai detto? In occasione dei cinque referendum, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si sono schierati per l’astensione, mentre Noi Moderati di Maurizio Lupi ha deciso di rimanere fedele alla sua vocazione, annunciando un bel No su tutti i quesiti. Davvero un gran bel quadro di unità!

Ma non finisce qui. I partiti di opposizione tirano fuori un mix di posizioni più affollato di una festa di pensionati. Alleanza Verdi-Sinistra si schiera per il Sì a tutti e cinque i quesiti, mentre il Partito Democratico, con la sua ben nota linea, dichiara ufficialmente il Sì su tutti i referendum, salvo che qualche esponente dem si diverte a mettere i bastoni tra le ruote, dicendo che voterà Sì solo sui quesiti sulla cittadinanza e sulla sicurezza sul lavoro. Ah, la coerenza è davvero un valore raro!

E poi c’è il Movimento 5 Stelle, che consiglia i suoi elettori di votare Sì sui quattro referendum sul lavoro, mentre lascia riguardo alla cittadinanza – oh, che grande gesto di libertà! Del resto, il presidente Giuseppe Conte ha già fatto sapere che lui, ovviamente, voterà Sì. Insomma, una vera e propria piramide di incoerenza, costruita con mattoni di opportunismo.

Azione, d’altro canto, ha deciso di dedicarsi a un gioco chiamato “Dove voglio andare?”, votando Sì sul quesito sulla cittadinanza e No su quelli relativi al lavoro. Facile così, no? E Italia Viva non è da meno: Matteo Renzi invita i suoi a votare Sì al quesito sulla cittadinanza, mentre consiglia un bel No per il quesito sui licenziamenti e i contratti a tutele crescenti per i licenziamenti. Ma, oh sorpresa, lascia libertà di voto sugli altri due quesiti riguardo alla responsabilità in caso di incidenti sul lavoro e ai licenziamenti nelle piccole imprese. Un vero maestro nel mantenere il gioco aperto!

Infine, Piu Europa si posiziona con eleganza per due Sì (cittadinanza e sicurezza sul lavoro) e un No sugli altri tre quesiti. Chapeau! Insomma, un vero e proprio valzer di incoerenze che dimostra come la politica italiana continui a ballare, mentre noi spettatori assistiamo increduli, nell’attesa che qualcuno decida finalmente di prendere una posizione chiara. Ma, oh sì, in politica, perché mai dovremmo aspettarci chiarezza?

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